Vigonovo, 50° anniversario della corale
Anche se il concerto di Natale è saltato, sabato 8 gennaio – in attesa di celebrare il mezzo secolo – viene inaugurato l’organo della parrocchiale, al cui restauro la corale ha contribuito
Il concerto di Natale della corale di Vigonovo è saltato, la pandemia ha rovinato i piani e vanificato settimane e settimane di prove che avrebbero portato i coristi a celebrare in musica i cinquant’anni dell’istituzione musicale.
Se le difficoltà del presente obbligano a sconvolgere i piani, riconsiderare le priorità e a mettere da parte traguardi importanti, cinquant’anni di storia non possono essere messi in sordina. «Avevamo preparato tutto, allestita la struttura all’interno del presbiterio poi in velocità, pensando alla pandemia, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso di rinunciare – racconta Gianni Bugno, presidente della corale – Per celebrare i nostri cinquat’anni abbiamo però anche coniato una medaglia celebrativa che ora è appesa alla bandiera del coro, un vessillo talmente vecchio che si lacera solo a guardarlo e che è stato custodito dai vari presidenti che si sono succeduti».
La Corale Santa Maria Assunta non è che l’ultima forma con cui si è espresso il canto liturgico a Vigonovo, erede di una tradizione che si perde tra l’inizio del ‘900 e i decenni precedenti. «Un aneddoto trovato in un libro di Piero Zampieri – ricorda il presidente – riporta di come papa Pio X, molto amante del canto corale, in un dialogo con il direttore della Difesa del popolo chiedeva notizia di un concorso a cui aveva partecipato la Schola cantorum di Riese. Quel concorso, però, non era stato vinto da Riese, ma da un piccolo paese del veneziano: Vigonovo».
Non è forse che il primo dei tanti successi che caratterizzeranno la storia dei cantori vigonovesi, divenuti protagonisti nel 2018 anche di un concerto alla chiesa dei Frari di Venezia in occasione del 500° anniversario della pala del Tiziano, di cui una riproduzione è esposta nella parrocchiale di Vigonovo.
Della chiesa è pregevole anche il suo organo, divenuto protagonista di quell’incessante lavoro che ha caratterizzato la vita della corale negli ultimi mesi. «Abbiamo proceduto a un restauro completo dello strumento del quale la nostra istituzione è stata la principale artefice, assieme al parroco. Costruito nel 1980 sulle rovine del precedente, aveva già subito degli interventi di manutenzione nel 2004 ma ora necessitava di un restauro a tutta la struttura fonica e all’abside che ha ricevuto una nuova illuminazione». L’inaugurazione dell’organo è prevista per l’8 gennaio, Covid permettendo. Nel frattempo si continuano a provare canti, pensare a come animare la liturgia con un repertorio in costante aggiornamento.
«Cosa vogliamo fare in futuro? Ci piacerebbe il concerto per i cinquant’anni, magari in primavera. Cantare in parrocchia ma anche fuori, continuando l’attività che abbiamo sempre fatto. A Dio si offre il meglio di ciò che abbiamo, non il minimo di ciò che sappiamo fare».