Uomo e natura, connubio generativo. Di cui prendersi cura
Per chi ha voglia di tornare a visitare l’Orto Botanico antico, o non c’è mai stato, c’è una bella occasione sabato 20 maggio alle 16.
Per poco più di un’ora sarà possibile aggirarsi tra le meraviglie della natura, tra viali e serre che raccontano la storia lunga quasi cinque secoli, e ancora attuale, di questo magnifico angolo padovano. Il titolo dell’appuntamento, all’interno delle tappe del Festival biblico, è “Natura creata e ri-creata”, riferimento che rimanda non solo all’incanto naturale che ci è stato donato dal Creatore, ma anche a tutto ciò che grazie all’uomo può continuare a vivere, poiché la natura, da sola, non riuscirebbe a protrarre nel tempo. «Ci sono piante ritenute oggi scomparse che, grazie all’attività dell’uomo, vengono moltiplicate e possono essere nuovamente diffuse nel mondo - spiega Giancarlo Cassina, già curatore dell’Orto Botanico, che accompagnerà i visitatori alla scoperta del luogo – A Padova coltiviamo una pianta che arriva proprio dalla moltiplicazione, che è stata ricreata dopo che era considerata estinta. La
visita di maggio si snoderà tra una quindicina di piante storiche dell’Orto Botanico, tra cui la palma di Goethe del 1585, il platano d’oriente del 1680 e l’albero dei Quaranta scudi del 1750». L’Orto Botanico dell’Università di Padova, patrimonio Unesco dal 1997, meta privilegiata di turisti e studiosi, racchiude tra le sue architetture uno scrigno di biodiversità da tutelare e conservare per le future generazioni. La visita tra i viali cinquecenteschi si propone di far conoscere al visitatore i principali alberi storico-monumentali presenti; per alcune di queste piante, l’Orto vanta la priorità di introduzione in Italia, come per l’albero dei tulipani, il noce nero e il cedro dell’Himalaya. Durante la passeggiata saranno illustrate anche le modalità di gestione della “Banca del germoplasma” realizzata per preservare dall’estinzione le specie minacciate del nostro territorio (la cosiddetta “nascita”), come pure le tecniche di rivitalizzazione applicate agli alberi in sofferenza, finalizzate al loro recupero vitale (la “ri-nascita”). Giancarlo Cassina è uno dei maggiori esperti dell’Orto Botanico poiché ha lavorato al suo interno, per conto dell’Università, per quasi quarant’anni (1974-2011). «Al tempo ho svolto attività anche all’esterno dell’Orto: con il personale andavamo spesso a erborizzare, cioè raccogliere steli di piante da conservare per la pianta da germoplasma, argomento che tratterò nella visita di maggio. Tra le funzioni di tutti gli orti botanici c’è proprio quello di conservare i semi di queste piante destinate a scomparire in natura a beneficio delle generazioni future». Cassina, laureato in scienze agrarie con indirizzo vegetale, è anche autore insieme ad altri esperti del libro Hortus Patavinus - alla scoperta dell’Orto Botanico di Padova (Input Edizioni, 2008), in cui a bellissime immagini sono affiancati testi ricchi di curiosità; ha inoltre curato, nel 2014, l’identificazione delle specie arboree del quadro di Antonio Vivarini rappresentante la Madonna con Gesù Bambino in trono, appartenente alla chiesa di San Tomaso Becket e oggi custodito al Museo Diocesano. La partecipazione all’evento è libera, fino a esaurimento dei posti disponibili; prenotazioni su eventbrite.it