Uniti al Signore. Comunione spirituale, la grazia di questo tempo
In queste settimane l’epidemia del coronavirus impedisce ai fedeli di partecipare alla messa e di ricevere la comunione.
È una privazione dolorosa che invita a pregare il Signore perché ci apra gli occhi sulle strade attraverso le quali ordinariamente Gesù viene a noi.
L’impossibilità di comunicarsi non è una novità dei nostri giorni. Teresa di Gesù Bambino comprese non senza fatica che «indubbiamente è una grande grazia ricevere i sacramenti; ma quando il buon Dio non lo permette, va bene lo stesso, tutto è grazia». Tutto è grazia, anche dentro a questo periodo difficile che mette tutti alla prova e che ci chiede di confidare nel Signore che ci sta guidando per le sue vie.
Anche Teresa d’Avila trovò utile scrivere alle sue monache sull’argomento: «Quando non vi comunicate e non partecipate alla messa, potete comunicarvi spiritualmente, la qual cosa è assai vantaggiosa… Così in voi si imprime molto dell’amore di nostro Signore».
Chi ama sa attendere e l’attesa allarga la disponibilità del cuore all’incontro; è così che cresce l’amore. Però la comunione spirituale va oltre: imprime l’amore del Signore, dice Teresa.
San Tommaso descrive così la comunione spirituale: è un desiderio ardente di ricevere Gesù nel sacramento eucaristico e un abbraccio amoroso come già fosse ricevuto. Nella comunione spirituale il desiderio di una persona è preso talmente in parola da Dio da diventare un effetto. L’effetto di un sacramento può essere ottenuto da uno che riceve il sacramento col desiderio, anche senza riceverlo di fatto. Si chiama pure comunione interiore, comunione del cuore, comunione invisibile e mistica, perché ci unisce a Gesù in modo misterioso e nascosto. È la Grazia che ci viene offerta in questo tempo.
don Nicola Tonello
rettore della chiesa del Corpus Domini e padre spirituale del seminario