Un libro scritto da Dio. I linguaggi della catechesi. Bellezza, grandiosità e misteri della... natura
Nella natura i bambini possono cogliere non solo le curiosità in sé, le meraviglie, lo spirito, la bellezza... ma qualche principio di armonia universale e la presenza di Dio Padre
Da catechista, con una formazione da capo scout dell’Agesci, contamino gli incontri coi bambini dell’iniziazione cristiana da ciò che il vivere e osservare la natura offre. Il fondatore del movimento scout, lord Baden Powell sosteneva che «comprendere la natura è fare un passo verso la religione», e nella natura comprendeva anche il corpo umano. E soprattutto papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ afferma che «Dio ha scritto un libro stupendo le cui lettere sono moltitudine di creature presenti nell’universo».
Nella natura i bambini vedono non solo le curiosità in sé, ma li si dovrebbe abituare anche a vedere qualche principio di armonia universale, la presenza di Dio Padre, il che avverrà per convinzione e non sarà mai frutto di discorsi teorici. Inoltre, diceva Powel, lo “studio” della natura dovrebbe comprenderne le meraviglie (quali l’ordine, l’evoluzione, la riproduzione), lo spirito (l’istinto animale, l’amore materno, la protezione, l’aiuto e il sacrificio per la comunità) e la bellezza (colori, forme, suoni, ritmi, odori, profumi...).
Sono queste tre parti rispettivamente – la vita, l’amore e la felicità – che insieme conducono a Dio.
Per fare proposte efficaci però, è necessario un contatto abituale con la natura e perché le proposte si realizzino, si deve unire uno sforzo spirituale a uno fisico, quale ad esempio un momento di preghiera con un gioco.
La scelta di trascorrere qualche giorno con i ragazzi nella natura, è quindi un’occasione preziosa di catechesi per guardare e godere della meraviglia dei boschi, dei prati, dei monti e sentire “frate vento” per accorgersi che nulla è stato fatto a caso, ma tutto rientra nel disegno di un Dio che è Padre creatore del cielo e della terra.
Così osservare gli uccelli del cielo o ammirare le bellezze dei fiori, rendono più chiare le parole di Gesù quando nel Vangelo di Matteo invitava i suoi discepoli a guardare del cielo che «non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre» (Mt 6,26). Oppure: «Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro» (Mt 6,28-29).
Così sarà possibile richiamare san Francesco di Assisi che invitava a lodare Dio per tutte le sue creature.
Proprio l’amore e la conoscenza della natura dimostrano la bellezza del piano divino e aiutano ad afferrare il linguaggio delle pietre silenziose e dei ruscelli mormoranti. E dunque la natura è come un grande meraviglioso libro, dove un bambino decifra i segni di Dio, e cresce nella sua fede, un po’ come scrisse Baden Powel: «E Natura la vecchia nutrice, prese il bimbo sulle ginocchia dicendo: ecco un libro di Storia che tuo Padre ha scritto per te, vieni, partiamo insieme per regioni sconosciute e decifriamo nel manoscritto di Dio quello che non è stato ancora letto».
Vincenza Capuzzo
catechista e scout Agesci Duomo di Monselice