Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Verso Gesù, nostra stella
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, in programma dal 18 al 25 gennaio, richiama la ricerca comune di Cristo e il desiderio di adorarlo
«In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo»: questo versetto del Vangelo di Matteo (2, 2) fa da filo conduttore alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani in programma dal 18 al 25 gennaio. A parlare sono i Magi, che «ci rivelano l’unità di tutti i popoli voluta da Dio – si legge nei testi che accompagnano la settimana, ma anche tutto l’anno, curati dal Consiglio delle Chiese del Medio Oriente – Viaggiano da paesi lontani e rappresentano culture diverse, eppure sono tutti spinti dal desiderio di vedere e di conoscere il Re appena nato; essi si radunano insieme nella grotta di Betlemme, per onorarlo e offrire i loro doni. I cristiani sono chiamati a essere un segno nel mondo dell’unità che egli desidera per il mondo. Sebbene appartenenti a culture, razze e lingue diverse, i cristiani condividono una comune ricerca di Cristo e un comune desiderio di adorarlo. La missione dei cristiani, dunque, è quella di essere un segno, come la stella, per guidare l’umanità assetata di Dio e condurla a Cristo, e per essere strumento di Dio per realizzare l’unità di tutte le genti».
Ancora una volta la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani «ha un’intonazione cristocentrica – sottolinea don Enrico Luigi Piccolo, direttore dell’ufficio di Pastorale dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso della Diocesi di Padova – Molto spesso tra cristiani ci scontriamo su diverse concezioni di Chiesa o sui sacramenti, ma sull’identità di Cristo ci ritroviamo. I testi di quest’anno per vivere la settimana ci mettono di fronte a un percorso realmente percorribile di unità. Ci ritroviamo, insieme ai Magi, tra le tante persone che anelano a Gesù. Lui è il principio di unità». Ogni volta che celebriamo l’eucaristia «preghiamo per l’unità dei cristiani – puntualizza don Piccolo – La liturgia, che è memoria Christi, è un richiamo continuo all’unità. Al capitolo 17 del Vangelo di Giovanni Gesù stesso prega “perché tutti siano una cosa sola”. Un cristiano non può non avere una spiritualità ecumenica, perché attinge dal Cristo e fa suo l’anelito di Cristo. Un cristiano non si scandalizza delle divisioni – Cristo non l’ha fatto – ma le fa diventare un’opportunità».
È particolarmente significativo che i testi per la Settimana di preghiera di quest’anno siano stati curati dai cristiani del Medio Oriente, che vivono in una condizione di estrema fragilità sociale. «Loro hanno trovato nella “stella” un’immagine della vocazione cristiana – si legge nel sito del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani – La stella era il segno che ha guidato i Magi da luoghi lontani e da diverse culture verso Gesù bambino, e rappresenta un’immagine di come i cristiani si uniscono in comunione tra loro mentre si avvicinano a Cristo. I cristiani stessi devono essere un simbolo come la stella, che conduce tutti i popoli verso Cristo. Devono essere il mezzo attraverso il quale Dio guida tutti i popoli all’unità. Quando i cristiani si trovano alla presenza del Signore e pregano insieme, sono come i Magi che si sono inginocchiati, gli hanno reso omaggio e hanno aperto i loro tesori. Nella preghiera comune anche noi apriamo i nostri tesori, ci scambiamo doni e diventiamo segno dell’unità che Dio desidera per tutta la sua creazione».
Il tema scelto dai cristiani del Medio Oriente «diventa per tutti i cristiani un messaggio evangelizzante – conclude don Enrico Luigi Piccolo – L’immagine dei Magi ci parla della fede come vocazione comune che raggiunge tutti i popoli senza barriere e divisioni. Per noi occidentali, inoltre, diventa un modo per decentrarci da una presunta superiorità, riconoscendo che la fede ha a avuto origine in Oriente».
Santuario di San Leopoldo: ogni giorno l’eucaristia
Ogni giorno, dal 18 al 25 gennaio, viene celebrata l’eucaristia nel santuario di San Leopoldo a Padova (alle 18.30; sabato e domenica alle 18). «San Leopoldo è stato un testimone di primo piano dell’ecumenismo spirituale – sottolinea don Enrico Luigi Piccolo – Dell’unita dei cristiani ha fatto il senso della sua vita a partire dalla cella confessionale che aveva nel santuario padovano».