Ottobre missionario. L'amore di Annalisa, da dieci anni in Costa d'Avorio

Costa D'Avorio. Da dieci anni Annalisa Tognon, della comunità di Santa Giustina, annuncia Cristo tra i villaggi di Tehini, nel Nord-Est del Paese. Ora una nuova missione al confine con il Ghana

Ottobre missionario. L'amore di Annalisa, da dieci anni in Costa d'Avorio

Annalisa Tognon, missionaria laica proveniente dalla parrocchia di Santa Giustina in Padova, da oltre dieci anni opera in Costa d’Avorio. Una fede forte e una volontà tenace l’hanno portata ad annunciare la fede in un contesto non facile, segnato dalla guerra civile, dalle divisioni etniche e dalla povertà. Eppure, anche qui, la preghiera e l’impegno a lungo riparano ogni sforzo.

«Non esiste per me un giorno uguale all’altro – ci racconta da Bondokou, ospite del Centro di spiritualità diocesano “Botogonì” – Prima di tutto c’è l’attività pastorale concordata col parroco: la Messa quotidiana con la liturgia delle ore, l’adorazione, il rosario, la catechesi ai bambini, e l’annuncio di Gesù, Dio fatto uomo per amore nostro, anche per mezzo della celebrazione della Parola nelle diverse comunità cristiane». Annalisa Tognon ha trascorso gli ultimi dieci anni nella missione di Tehini, nel Nord-Est della Costa d’Avorio, vicino al grande parco del Comoé e al Burkina Faso. È una zona molto isolata, di prima evangelizzazione, in cui le comunità vivono disperse in villaggi situati nella profonda savana. «Oltre a operare a Tehini, mi reco nei villaggi, con qualche responsabile o fedele, su un pickup o su una moto. Strade vere e proprie non ne esistono, al massimo qualche pista sconnessa, utilizzabile solo, in certi villaggi, nella stagione secca».

La Prefettura di Tehini è stata isolata per molto tempo a causa della lunga guerra civile, iniziata nel 2002 e terminata nel 2011, senza servizi e comunicazioni con il mondo esterno. Solo negli ultimi anni sono arrivate scuole, funzionari governativi e un piccolo ospedale. «C’è tanto da fare. Abbiamo costituito i gruppi delle donne, con i quali abbiamo avviato piccole attività artigianali e orti comuni, nonché corsi di formazione per migliorare le abitudini alimentari e sanitarie. Così, si viene a creare quel senso di comunità che migliora la vita di tutti». Nella quotidianità della missionaria ci sono le visite agli ammalati e alle scuole, ma soprattutto l’avviamento di progetti che aiutino la popolazione “ad aiutarsi”: «Da un po’ abbiamo avviato ufficialmente la Caritas parrocchiale di Tehini, affinché i fedeli stessi possano continuare a seguire con attenzione i gruppi per stimolarli all’autogestione, alle scelte condivise, all’attenzione ai bisogni degli altri per il bene di tutti, a valorizzare l’esistente, a salvaguardare e rispettare la natura». Tra i risultati conseguiti un deposito di medicine e a breve un’infermeria per curare le malattie di base, seguire le donne e i bimbi malnutriti.

Quello di Tehini è però un capitolo della vita di Annalisa Tognon che si sta chiudendo: «Il vescovo Bruno Essoh Yedoh mi ha inviato nella missione di Tambi, verso il confine con il Ghana, a partire dall’anno pastorale 2020-21». Anche qui, un’altra volta, come inviata della Chiesa di Padova: «Mi sento inviata perché sono stati il vescovo Antonio Mattiazzo prima e il vescovo Claudio Cipolla poi a consegnarmi il Cristo, per amarlo e annunciarlo alle genti, così come hanno fatto i parroci di Santa Giustina. Le comunità di Padova, in particolare la mia parrocchia e le carissime monache del monastero di San Daniele continuano a sostenermi con la preghiera, i contatti, gli invii di aiuti». Le sfide da affrontare sono tante: «Nella zona dove sono stata finora – racconta Annalisa Tognon – anche solo la sopravvivenza alimentare giornaliera è una lotta. Ma è importante parlare dell’unico Dio, della responsabilità che come figli di Dio abbiamo nell’amore verso l’altro, per lavorare insieme, soccorrere i malati, le persone disabili, i malati mentali, far capire ai genitori l’importanza di mandare i bimbi a scuola».

Una missione che richiede tempi lunghi: «La trasmissione della fede è lenta perché, trattandosi di un territorio estremamente isolato, la religione tradizionale ancestrale è molto radicata. Bisogna dunque pregare, offrire e avere molta pazienza, trasmettendo il messaggio dell’Amore di Gesù attraverso opere concrete che lo dimostrino tra le genti senza distinzioni». Impegnata nelle mille attività della chiesa locale, Annalisa però già osserva i frutti concreti della semina: «Un po’ alla volta si vedono i risultati: le persone sono più disponibili a impegnarsi e aiutarsi, le comunità sono più unite, le persone approfondiscono i valori del Vangelo e iniziano a pregare».

Conflitti etnici per la gestione della terra

Nella zona di Tehini, in Costa d’Avorio, non si riscontrano tensioni religiose, ma gravano sulla popolazione conflitti etnici e politici per la gestione della terra, divisa tra allevatori e contadini di etnie diverse.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)