Montagnana. È ora in restauro il grande organo Malvestio del Duomo
È già nel laboratorio di restauro che lo rimetterà a nuovo l’organo del Duomo di Montagnana. Uno strumento potente e importante, che anche se costruito nel secolo scorso rappresenta la continuazione di una tradizione che risale molto più indietro nel tempo.
A Montagnana, infatti, nelle varie epoche ve ne sono stati diversi, anche più di uno, e di varie dimensioni: hanno sempre formato con la Cappella musicale un’eccellenza apprezzata anche a livello nazionale. Ancora oggi è presente una corale giovanile, quasi sempre accompagnata dal suono dell’organo.
Tutto questo contribuisce a spiegare il perché l’avvio del restauro dell’organo del Duomo sia particolarmente sentito dalla comunità di Montagnana. Lo strumento attualmente in uso trova posto dietro l’altare maggiore e fu realizzato da Domenico Malvestio, continuatore dell’arte del padre Giuseppe: venne inaugurato il 9 agosto 1936. Tuttavia, racchiude al suo interno materiale fonico molto più antico che si può presumere sia risalente, almeno in parte, alla prima metà del Settecento, e sarebbe attribuibile al precedente organo realizzato da Giuseppe Cipriani di Stanghella nella prima metà dell’Ottocento.
Il restauro si è reso necessario perché lo strumento si presentava in cattivo stato di conservazione ed efficienza, sia per la trasmissione, totalmente pneumaticotubolare, che per la fonica, entrambe molto deteriorate causa il progressivo degrado causato dai tarli, dalla polvere e dai detriti depositatisi nel tempo nei suoi elementi compositivi, sia lignei che metallici, nonché al logoramento per vetustà e utilizzo. Ne derivavano molte difficoltà nell’uso dello sttrumento e una resa fonica molto limitata per la lenta risposta dei comandi, con una sensibile alterazione dell’accordatura e dell’intonazione.
Non è la prima volta che si mette mano all’organo: era già stato più volte soggetto a lavori di manutenzione, il più importante dei quali nel 1964. Il progetto attuale prevede l’eliminazione della trasmissione pneumatica, ormai troppo intaccata e logora, e la realizzazione di una nuova di tipo elettricoseriale, con l’installazione di due nuovi centralini per la gestione dei comandi, e di magneti diretti sui somieri per il comando delle note, oltre naturalmente a pulizia, risanamento e trattamento conservativo di tutte le parti.
Il restauro, già iniziato, è finalizzato al riutilizzo dello strumento a fini liturgici e concertistici. Il lavoro è stato affidato alla ditta Luigi Patella di Cinto Euganeo. Il costo previsto per l’operazione è di circa 180 mila euro, che verranno coperti da contributi della Fondazione Cariparo e della Cei.