La parola. La fraternità alla prova
Molti sono stati gli esempi di fraternità vissuti in quest’anno. Eppure rimane sempre incompiuta
“Fradei cortei”. In modo perfino brutale la sapienza popolare ammonisce che là dove il legame di accoglienza, sostegno e vicinanza si fa più intenso, più pesante e dolorosa è qualsiasi frattura. Dalla meravigliosa complicità e fiducia incondizionata dell’essere fratelli/sorelle si può cadere in un ostinato astio se non odio. La fraternità infatti esclude le mezze misure, richiede pieno coinvolgimento, emerge e vien verificata nei momenti più sofferti e laceranti, come questo tempo di pandemia.
Fraternità è una parola chiave per questo passaggio epocale, perché svela l’altezza di quel che possiamo essere come singoli e comunità, nel bene e nel male. Porta allo scoperto la qualità della nostra umanità, la consistenza delle nostre dichiarazioni solidali, la verità delle affermazioni solenni delle costituzioni degli stati, la profondità del nostro essere comunità cristiana. La fraternità come potente ispirazione è stata incarnata con nobiltà là dove abbiamo visto tante persone vivere con dedizione la loro professione sanitaria ed educativa (e tanto altro ancora) andando di gran lunga oltre il “minimo sindacale”. Ha intessuto le attenzioni quotidiane che tanti hanno riservato ai più soli e fragili. Ha fatto capolino nei messaggi di incoraggiamento di persone di Paesi poveri a marzo e aprile dello scorso anno. Si è tradotta nella creatività operosa con cui si sono proposte mille forme di raccolta fondi a scopo benefico.
Dall’altro lato che dire dell’accaparramento di vaccini; del cinismo di qualche politico per cui la salute si deve sottomettere alle esigenze del mercato; della selezione di chi ha diritto a ricevere le cure, dei metodi totalitari con cui si sono costrette le persone a osservare la quarantena (Cina, ad esempio)? Papa Francesco nella Fratelli tutti dedica il primo capitolo alle “ombre di un mondo chiuso” come contrappunto doloroso a quella musica di Vangelo che è la fraternità. La fraternità in ogni caso è davanti a noi: è quel che ancora non è compiuto e che mobilita il nostro desiderio ed impegno. Attiva e rende laboriosa la nostra speranza mettendola nelle mani del Signore.
Don Raffaele Gobbi
direttore del Centro missionario diocesano di Padova
Amazzonia, situazione drammatica
Con 9,4 milioni di casi totali e 229 mila decessi, infatti, il Brasile è uno dei Paesi maggiormente colpito dalla pandemia di Coronavirus. Drammatica, in particolare, la situazione in Amazzonia dove le strutture sanitarie sono più carenti e l’ossigeno è sostanzialmente assente ovunque. Un dramma che ha fatto lanciare un’accorata richiesta di aiuto al vescovo di Manaus, mons. Leonardo Ulrich Steiner, e ha fatto levare la preghiera di papa Francesco all’udienza generale del 20 gennaio scorso.