Intercessione e azione: due nuovi sacerdoti
Sabato 2 giugno, alle 16.30, nella cattedrale di Padova, il vescovo Cipolla ordinerà due nuovi presbiteri: don Nicola Cauzzo, seminarista diocesano, e don Antonio Benzoni, eremita camaldolese del Monte Rua (Torreglia).
«Cos’è questo per tanta gente?» verrebbe da chiedersi davanti all’ordinazione di due preti. Lo chiese l’apostolo Andrea a Gesù che pretendeva di sfamare la folla con cinque pani d’orzo e due pesci (Gv 6,9). L’evangelista commenta che Gesù diceva così per metterli alla prova: «Egli, infatti, sapeva bene quello che stava per compiere» (Gv 6,6).
Non possiamo nascondere che anche noi ci sentiamo un po’ messi alla prova rispetto alle folle che chiedono un pastore alla nostra Chiesa di Padova che non riesce a rispondere a tutte le attese. È una prova che ormai dura da vari anni, e a noi che vorremmo finisse presto, Dio sembra chiederci di restare ancora nella prova.
Forse non abbiamo ancora compreso quello che ci vuole dire? Forse per mettere in moto dei passaggi nella nostra Chiesa bisogna che siamo costretti dai numeri? Forse solo il calo di preti farà alzare la testa a tanti laici e farà in modo che il popolo di Dio diventi più responsabile delle comunità? Non è facile rispondere a queste domande né trovare cause o colpevoli, ma vogliamo custodirle e meditarli nel cuore questi interrogativi.
Il 2 giugno non è comunque un giorno triste, come se la fatica di quello che manca debba prevalere sulla gioia del dono di questi due preti. Mi piace pensare che la nostra Chiesa ha bisogno di preti che intercedano e veglino su di noi (l’ordinazione di un eremita) e di pastori che vivano in mezzo al popolo santo di Dio forti della preghiera di chi veglia sul monte (l’ordinazione di don Nicola).
«Cos’è questo per tanta gente?». Lasciamo fare a Lui; noi crediamo che non si è dimenticato di noi ma ci sta accompagnando e portando dove lui vuole; e se questo chiede anche un po’ di purificazione da parte nostra, accettiamo anche questo senza smettere di chiedere, di bussare e di lottare.
Il prete è come una moneta preziosa con due facce, ci ricorda Papa Francesco: da una parte è un innamorato del Signore, dall’altra un missionario fervoroso. Ma prima delle due facce c’è il valore della moneta stessa. Siamo piccole monetine scelte per essere spendibili. È molto bella e delicata questa immagine della piccola moneta. Due preti, due piccole monete con cui Dio può fare grandi cose. Il pensiero va alla moneta della vedova che offre tutto quello che possiede al Signore (Mc 12,41); il prete non offre solo quello che ha ma soprattutto quello che è; il prete è chiamato a offrire tutto. Gesù loda stupito questo dono. Il 2 giugno offriamo a Dio due piccole monete con due facce precise: l‘amore a Dio e la passione per il gregge.
«Cos’è questo per tanta gente?». Umanamente due preti sono proprio poca cosa di fronte alle necessità della Chiesa, ma queste due monetine preziose sono come l’offerta della vedova. Usiamole bene queste due monete, facciamo la nostra parte, il resto lo farà Dio. Ad Antonio e Nicola consegniamo questa grande responsabilità, ma noi e loro sappiamo che siamo nelle mani di Dio, che queste monetine saprà usare bene.