I francescani lasciano Roncajette. Il dispiacere della comunità per la partenza, l'affetto e la riconoscenza
Domenica 15 settembre nella messa delle 10.45 la comunità di Roncajette saluta i frati minori, che lasciano la frazione di Ponte San Nicolò, dove erano arrivati tredici anni fa con una fraternità itinerante. Tanto il bene seminato in questo periodo, non solo in parrocchia ma nell'intera diocesi.
Domenica 15 settembre nella messa delle 10.45 la comunità di Roncajette saluta i frati minori, che lasciano la frazione di Ponte San Nicolò. Vi erano arrivati tredici anni fa con una fraternità itinerante, per mandato di un capitolo che aveva avuto questa intuizione: uscire dai grandi conventi e sperimentare piccoli nuclei, semplici e agili, che non avessero una parrocchia e una pastorale propria ma fossero a servizio delle diocesi.
Dopo aver preso consapevolezza della bellezza di tali esperienze, in special modo proprio quella di Roncajette, il capitolo, quest'estate, ha deciso di aprire nuove fraternità in zone del nord Italia dove la presenza francescana è più povera, come in Friuli e in Piemonte.
«Concretamente, però, trovare i frati che lo facessero ha significato, purtroppo, chiudere Roncajette», commentano i tre religiosi della fraternità: fra Gabriele Dall’Acqua e fra Paolo Bergamaschi, destinati a Canale (diocesi di Alba) e fra Giorgio Auletta, destinato al convento padovano di via San Francesco. «Umanamente – ammettono i frati – sentiamo la forza del distacco da questa comunità, che amiamo. Tredici anni di vita e attività insieme sono stati preziosi e meritano di essere celebrati con la massima gratitudine; le relazioni, i gruppi e le singole persone incontrate meriterebbero molto più di un semplice saluto. Siamo consapevoli di quanto stare a Roncajette sia stata una benedizione per noi e per l’Ordine intero».
Durante la loro permanenza i frati hanno prestato vari servizi nel vicariato e collaborato con la pastorale universitaria. Nella comunità che li ospitava aiutavano nelle celebrazioni, accompagnavano i gruppi giovanissimi e, ogni anno, predicavano i percorsi delle “Dieci parole” e dei “Sette segni”, portandoli anche in altre parrocchie e realtà della diocesi. «Da Roncajette – ricordano ancora i religiosi – è nata la “Piccola marcia” verso Assisi per persone con disabilità. Abbiamo vissuto molte iniziative insieme a giovani, famiglie e preti della diocesi, come il servizio ai poveri della stazione di Padova, la cura per le cellule familiari di evangelizzazione, i corsi “vita nuova”, serate varie di annuncio, catechesi e testimonianza. Soprattutto, abbiamo vissuto insieme a tante persone, accompagnato giovani e coppie, conosciuto e fatto parte della Chiesa di Padova».
«Più di “cosa” i frati facevano, era decisivo il “come”, il loro stile, la qualità e il calore della loro presenza», evidenzia il parroco di Roncajette, don Demis Ballotta, ancora scosso, così come l'intera comunità, dalla notizia dell'imminente partenza dei francescani. Consapevoli della generale scarsità di religiosi – per di più, come in questo caso, anche sacerdoti – i fedeli di Roncajette avevano, infatti, messo in conto che la fraternità potesse ridimensionarsi ma non che chiudesse.
«Il consiglio pastorale – sottolinea don Ballotta – ha espresso un sentimento di tristezza per una fine così improvvisa, insieme a un profondo senso di gratitudine. Non dimentichiamo la fortuna che abbiamo avuto quando i frati hanno trovato proprio a Roncajette la base d'appoggio che cercavano. Sono piovuti dal cielo. Al mio arrivo in parrocchia ho toccato con mano i frutti concreti del loro lavoro, specie quelli seminati con la proposta delle “Dieci parole”. Ci servirà tempo per metabolizzare la partenza dei francescani e la mancanza della relazione con loro; per ora siamo concentrati solo sui risvolti umani del congedo, a quelli pratici penseremo più avanti. A rendere meno difficile il distacco è la consapevolezza che altre comunità sorelle in Cristo sperimenteranno presto lo stesso bene che abbiamo ricevuto noi».