Da Trento al Vaticano II. Facciamo il punto sul messale
La prima edizione data al 1474, ma è col concilio tridentino che si giunge a una liturgia uniforme codificata nel Messale Romano. Quattro secoli dopo, il nuovo testo di Paolo VI
La prima traduzione del Messale Romano in lingua italiana fu pubblicata nel 1973, mentre la seconda vide la luce dieci anni dopo, ovvero nel 1983, testo tuttora in vigore, in attesa di poter usufruire della nuova traduzione. Come è noto, le traduzioni del Messale, e dunque di tutti i libri liturgici, in lingua nazionale, rimandano alla corrispondente edizione latina che è chiamata “tipica”.
Con la prima edizione a stampa, realizzata a Milano nel 1474, il Messale Romano – comunemente ritenuto come il capostipite dei Messali che confluiranno nell’edizione romana del 1570 – si diffuse rapidamente nell’ambito della cristianità, favorendo il moltiplicarsi delle edizioni, e con esso il diffondersi anche delle imprecisioni e degli errori.
L’inserimento di numerosi cambiamenti nel contenuto del Messale, che diedero all’Eucaristia un significato sostanzialmente differente, fino a determinare alla fine del medioevo una confusa situazione liturgica, costituì agli inizi del XVI secolo un grave pericolo per la Chiesa. I Padri del Concilio di Trento, che conoscevano bene questa difficile situazione, si preoccuparono, tra le altre questioni, di provvedere a una nuova edizione del Messale e degli altri libri liturgici, la cui edizione apparirà nel 1570, divenendo obbligatoria per tutta la Chiesa cattolica, che poteva avere finalmente una liturgia uniforme.
Con l’approvazione della Sacrosanctum Concilium, il 4 dicembre 1963, si diede avvio alla riforma del Messale e degli altri libri liturgici, i cui primi frutti si ebbero nel 1970, quando, a distanza di quattro secoli esatti dal Messale riformato secondo i criteri del Concilio di Trento, fu pubblicato il Messale del Vaticano II, edito per l’autorità di Paolo VI. Nel 1975, in conseguenza della nuova disciplina sui ministeri, stabilita da Paolo VI con il Motu proprio Ministeria quaedam, dell’introduzione nel Calendario Romano Generale di alcune celebrazioni di santi e di alcuni formulari nel Messale stesso, della necessità di ritoccare alcuni elementi dell’Institutio Generalis, fu pubblicata l’editio typica altera del Messale Romano. Inoltre, nel 2002, a motivo della promulgazione del nuovo Codice di Diritto Canonico nel 1983 e delle diverse disposizioni della Santa Sede posteriori al 1975, fu pubblicata una editio typica tertia, che incorpora non poche novità rispetto alla precedente edizione.
È proprio su questa edizione tipica del Messale Romano, che costituisce la base per le traduzioni nelle lingue nazionali, che i vescovi italiani hanno concentrato il loro sforzo nella delicata opera di traduzione, durata circa sedici anni, e che è giunta alla sua fase finale con l’approvazione assembleare, in attesa di ottenere la confirmatio della Santa Sede. (M. B.)