Charles de Foucauld. Evangelizzava attraverso... l’ostia
Charles de Foucauld ha radicato la sua intera esistenza attorno all’Eucaristia
Charles de Foucauld radica la sua esistenza attorno al mistero dell’Eucaristia. In essa intuisce la via principale per rispondere all’amore che il Padre gli ha manifestato.
Nel 1886, anno della conversione, Charles decide di impostare la giornata attorno all’adorazione del Santissimo Sacramento. Egli prega molto tempo in silenzio ai piedi del tabernacolo, desidera fare compagnia al suo sposo e lasciarsi abitare da lui. «L’adorazione – scrive – che è l’espressione più completa dell’amore perfetto, è l’atto per eccellenza dell’uomo».
Quando nel 1901 viene ordinato prete, l’Eucaristia diventa ancor di più la sua compagnia, il suo nutrimento quotidiano, il tesoro da custodire giorno e notte e la fonte di speranza nei momenti difficili. Non lo custodisce però come un tesoro geloso: la sua intenzione è quella di portare Gesù alle popolazioni abbandonate del Sahara, che non hanno ancora conosciuto il Salvatore. L’ostia santa diventa il suo modo originale per evangelizzare: «Un’evangelizzazione non attraverso la parola, ma attraverso la presenza del Santissimo Sacramento, l’offerta del divino sacrificio, la preghiera, la penitenza, la pratica delle virtù evangeliche, la carità».
L’Eucaristia diventa, per Charles, anche il suo paradigma di vita. Nel 1908 vive uno dei passaggi più importanti: per una malattia, che mette a repentaglio la sua esistenza, deve consegnarsi nelle mani dei fratelli musulmani, gli unici che possono salvarlo. Egli vive la dimensione di completo annullamento e abbandono in Dio, lasciando che la sua vita diventi eucaristica, completamente disponibile agli altri. Proprio come l’Eucaristia nelle mani dell’uomo.
don Vittorio Pistore
vicario parrocchiale Unità Pastorale della Guizza