Catecumeni. La pandemia non ha fermato il loro desiderio del Signore
Questo sabato, in Cattedrale, un gruppo riceve i sacramenti dell’iniziazione cristiana dalle mani del vescovo Claudio. Che poi, in un pellegrinaggio, battezza nelle loro parrocchie altri catecumeni. E altri ancora ricevono i sacramenti dai parroci
Era l’autunno del 2019. Ci proponemmo – Chiesa di Padova – di ritrovare la bellezza di saperci rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo (cfr. Gv 3,5): subito il vescovo Claudio precisò che il battesimo, cui queste considerazioni ecclesiali e pastorali si riferivano, non era principalmente quello dei bambini – cui tutti pensiamo, con una specie d’istinto spirituale, al solo udir pronunciare la parola “battesimo” – ma quello degli adulti, quello che oggi nella Chiesa definiamo iniziazione cristiana (degli adulti).
Era inverno, primi mesi del 2020. Nell’anno in cui l’itinerario di fede dei catecumeni della nostra Diocesi, avviati verso la celebrazione del battesimo, della cresima e della loro prima partecipazione all’eucaristia, avrebbe potuto mostrare la sua forza e la sua esemplarità, tutto all’improvviso – certamente a salvaguardia della nostra salute pandemicamente minacciata – è stato sottoposto a un arresto di grande rilevanza e di implacabilità normativa.
Era la notte tra il 19 e 20 aprile 2020. La Pasqua del Signore crocifisso, sepolto e risuscitato. La Chiesa tutta ha celebrato questo mistero, privata delle membra vive del suo corpo – il popolo santo di Dio – e ha dovuto rinunciare, in quella notte santa, ad annoverare tra coloro che si fregiano del nome cristiano i nuovi virgulti del campo di Dio: una Pasqua mancante del suo frutto più vero, la rinascita sacramentale di uomini e donne i quali, fino ad allora, avevano camminato alla sequela del Signore Gesù attraverso il loro catecumenato. Tutto ciò ci ha costretto a rinviare la loro iniziazione cristiana.
Giugno 2020. Nelle domeniche di questo inizio d’estate, il vescovo (talora alcuni suoi collaboratori), come in un pellegrinaggio attraverso la Diocesi, sta raggiungendo i catecumeni presso le parrocchie in cui risiedono per celebrare la loro iniziazione cristiana attraverso la grazia dei sacramenti del battesimo, della cresima e dell’eucaristia. Vicende, storie, ostacoli e imprevisti hanno popolato la storia di fede di queste persone che, non senza accusare i colpi di questo tempo di prova, non hanno smesso di cercare il volto di Dio. Nessuno di loro ha mai recriminato un diritto o avanzato pretese; hanno accolto con saggezza e umiltà il disagio di veder rinviare la meta del loro itinerario, continuando a cercare il Signore.
La pandemia, come qualunque altro evento della storia di una persona, può certamente essere un ostacolo alla sequela del Signore. Ma l’iniziazione cristiana di un adulto, se vanta dinanzi alla Chiesa una sua originalità e una forza propria e singolare, la fa proprio ponendosi come “iniziazione alla sequela di Cristo” nella libertà e nell’autenticità adulte: il catecumeno, indirizzato verso la celebrazione dei sacramenti pasquali, non è persona semplicemente da istruire sulle verità della fede ma persona che ha preso su di sé la causa del Vangelo e ne ha fatto il senso di vita. Il catecumeno – unto con l’olio dei catecumeni per rinvigorire la sua buona battaglia del Vangelo – proprio per questo è paragonabile a un lottatore che conosce il mistero di quell’opposizione a Cristo e al suo Vangelo e che ha imparato a contrastarla.
Questi nostri fratelli catecumeni adulti, mai come in questo tempo di solitudine, di lontananza e di tentazione, ci hanno manifestato il loro intimo desiderio di Dio, la loro capacità di decidere con libertà di ascoltare la sua voce e di seguirlo, la loro fortezza e perseveranza nelle piccole e grandi tribolazioni, la loro stabile e risoluta invocazione della grazia dei sacramenti, la loro umiltà nel lasciarsi correggere quando la vita è lontana dal Vangelo, la decisa volontà di vivere e amare Dio e i fratelli nella Chiesa.
Questa vicenda ha mostrato, dobbiamo dirlo, che il sostegno dei presbiteri, l’impegno, la pazienza e l’intraprendenza dei catechisti non vengono semplicemente dallo slancio di generosità di chi ha scelto e si è impegnato nel sorreggere e accompagnare i catecumeni, quanto piuttosto è dal mistero di amore che sgorga nella Chiesa quando si impara ad accogliere il catecumenato di un adulto non come un impegno ma come una grazia.
don Gianandrea Di Donna
responsabile servizio diocesano
per il catecumenato e direttore dell’ufficio per la liturgia
Ragazzi, una trentina gli eletti in parrocchia
Sono una trentina i ragazzi eletti nelle loro parrocchie. Sono quasi tutti italiani, qualcuno figlio di immigrati di seconda generazione. Anche per i ragazzi che abbiano compiuto i sette anni, è previsto il catecumenato: un itinerario che li aiuti a intraprendere un cammino personale di fede. È necessario evitare la separazione del bambino dal suo gruppo di amici, che diventerà un gruppo catecumenale. Questo favorirà il fatto che l’itinerario di fede si sviluppi entro un contesto umano e spirituale condiviso e permetterà una prima esperienza della Chiesa. Essi vivranno tutti i riti insieme al loro gruppo che verrà coinvolto nelle celebrazioni secondo lo stile proposto dalla Diocesi in analogia al percorso catecumenale.
Battesimo in parrocchia per un gruppo di catecumeni
Un gruppo di catecumeni, oltre a quelli in Cattedrale, riceverà i sacramenti dal vescovo Claudio, che si recherà nelle rispettive parrocchie. Altri, invece, riceveranno battesimo, cresima e comunione dalle mani del proprio parroco. Come è capitato a Casalserugo dove, domenica scorsa, don Federico Fortin ha battezzato la nigeriana Loveth Chiara Idemudia.