Casalserugo. Ave, viene inaugurato il nuovo centro parrocchiale
Centro parrocchiale nel segno di Maria: si chiama infatti “Ave”, il nuovo patronato di Casalserugo che viene inaugurato domenica 24 ottobre dal vescovo Claudio, che alle 10.30 celebra la messa nella parrocchiale. A seguire un aperitivo per tutti, quindi attività sportive nel pomeriggio e uno spettacolo teatrale la sera.
“Ave” sta per accoglienza, Vangelo, educazione – spiega il parroco, don Federico Fortin, a Casalserugo dall’autunno del 2012 – Con il consiglio pastorale parrocchiale, si è scelto di dedicare il nuovo centro parrocchiale a Maria, in ossequio alla vocazione mariana della parrocchia, intitolata alla Purificazione della Beata Vergine Maria. La casa dei bambini “Santa Maria”, le festa della Madonna del Rosario, la piazza Santa Maria degli Angeli, i vari capitelli sparsi per il paese lo confermano. Si è scelto un nome che indicasse Maria e che richiamasse i pilastri, i fondamenti del centro parrocchiale. “Ave” va diretto allo scopo: da una parte richiama la preghiera dell’Ave Maria e dall’altra è l’acronimo di tre pilastri del centro parrocchiale. Il Centro parrocchiale, poi, vuole essere “casa accogliente ”, come lo è stata Maria. Ave, inoltre, è la parola usata dai latini come formula di saluto e di augurio. Il logo esprime concettualmente con la A le geometriche architetture del centro, che si uniscono in un tutt’uno con la lettera V e la E». Si tratta di una struttura da 1.400 metri quadri, il cui iter era iniziato nel 2017 con la formulazione del bando di gara, a cui avevano partecipato dodici studi professionali, che ospiterà diversi spazi per la catechesi, l’ufficio della Caritas, le attività di segreteria, una sala per le feste, il bar e la sala giochi, la cucina con i relativi servizi e una sala polivalente di circa 210 metri quadri con un palcoscenico di 75. Anche gli spazi esterni sono stati riorganizzati in due settori: da un lato una corte pavimentata e uno spazio verde, dall’altro un’area con due piastre per le attività sportive, con spogliatoi e deposito di materiale.
Dietro i muri e le strutture c’è una solida progettualità di contenuti, basata su quattro pilastri: accoglienza, gratuità, educazione, ambito ricreativo. «Siamo passati dal termine “progetto” a quello di “orizzonte” formativo – precisa don Federico Fortin – Quest’ultimo ci è sembrato più evocativo, meno statico, più capace di indicare una direzione di riferimento, i valori ispiratori e gli obiettivi di fondo che ci mettono in cammino insieme. A partire dall’orizzonte formativo, una commissione ha quindi elaborato il progetto che fornisce indicazioni sulle modalità di gestione del centro parrocchiale, affinché siano coerenti ed efficaci rispetto alle finalità scelte».