Campodarsego. Dal 26 febbraio l'evoluzione della classica proposta di convivenza nei tempi forti
Dal 26 febbraio al primo marzo il gruppo dei Giovanissimi della parrocchia Santa Maria Assunta di Campodarsego vivrà un'esperienza di fraternità diffusa. Ospitati in gruppetti di due-tre saranno infatti ospitati da alcune famiglie della parrocchia. Un’opportunità per trovare un tempo in cui, insieme, cercano, sperimentano la propria fede personale, si confrontano fra di loro, ma vivono anche il clima della comunità all’interno di una famiglia. Pranzi condivisi in parrocchia, anche con i diciottenni che vivono la fraternità in canonica, una cena in famiglia, momenti di preghiera al mattino prima di andare a scuola e testimonianze significative: questi gli ingredienti della settimana di comunità per i ragazzi.
Si chiama "#Brothers" la settimana comunitaria che i giovanissimi della parrocchia di Santa Maria Assunta di Campodarsego vivranno dal 26 febbraio al primo marzo. Un’esperienza che si affianca alla più tradizionale fraternità in canonica dei diciottenni. La particolarità per i ragazzi delle superiori è che sono ospitati in gruppetti di due o tre dalle famiglie della comunità perché, come si legge nel Vangelo di Matteo, «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
«Una proposta già collaudata negli anni – spiega don Giovanni Casalin, vicario parrocchiale – il cui obiettivo principale è coinvolgere i giovani che non partecipano a gruppi di Azione cattolica o scout e fargli assaporare il clima parrocchiale. Dare loro l’opportunità di trovare un tempo in cui, insieme, cercano, sperimentano la propria fede personale, si confrontano fra di loro, ma vivono anche il clima della comunità all’interno di una famiglia».
La proposta di Campodarsego rientra bene negli intenti della settimana della comunità, di riconoscersi cioè in relazioni affidabili fra le persone della parrocchia e trovare un’occasione per andare all’essenziale della vita di comunità. Cinque giorni da vivere in una famiglia, ma anche fra ragazzi. La proposta infatti prende avvio mercoledì 26 alle 20 con la celebrazione del rito delle Ceneri e alle 21 c’è l’accoglienza nelle famiglie ospitanti. Le mattine successive iniziano alle 7 con una preghiera che sia stimolo, che provochi una domanda, accompagnata oltre che dalla lettura del Vangelo del giorno anche da una canzone dei nostri giorni. I pranzi invece, sono organizzati in due turni, alle 13.30 e alle 14.30 a seconda degli impegni scolastici, in centro Frassati, tutti insieme diciottenni e “Issimi”.
Giovedì cena e serata in famiglia con una preghiera o una piccola attività da fare insieme. Venerdì cena povera in centro parrocchiale e poi alle 20 preghiera aperta a tutta la comunità. Sabato festa tutti insieme per concludere poi domenica primo marzo con la messa alle 11. Sono previste anche due testimonianze: don Luca Gottardo, diacono che a giugno diventerà prete, sul tema della scelta e della vocazione, e un catecumeno sul tema “dell’essere chiamati per nome” e far fruttificare il nostro battesimo.
«Non è una proposta semplice – dice don Giovanni – perché i ragazzi hanno moltissimi impegni e i genitori, proprio per questo, sono un po’ titubanti. Ci sono una ventina di giovani però che non vedono l’ora di trascorrere del tempo insieme ed essere accolti da una comunità che sentono aperta, che ha a cuore la loro vita. Sentono che c’è un Signore che continua a chiamarli e a provocarli. L’intento, anche per i diciottenni, è far assaporare il clima parrocchiale, perché la parrocchia è un luogo in cui si può stare bene, anche condividendo esperienze di fede».