Ucraina. Mons. Kulbokas (nunzio): “La preghiera è un’arma potentissima, i politici da soli non sono in grado di costruire la pace vera”
Oggi si celebra la Giornata nazionale di preghiera per l’Ucraina, istituita dalla Verkhovna Rada il 24 febbraio, anniversario dell’invasione russa. Il nunzio sottolinea il potere trasformante della preghiera, capace di ispirare azioni di pace oltre l’azione politica umana
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“La preghiera, personalmente la chiamo ‘un’arma potentissima’, anzi onnipotente, limitata soltanto dalla nostra libera volontà. Cioè, con la preghiera non soltanto invochiamo il dono celeste della pace, ma la medesima preghiera – quando è fatta in modo sincero, non superficiale – trasforma noi stessi, ispira le idee e incoraggia le azioni. Sono convinto che l’uomo da solo, i politici da soli, non siamo in grado di costruire la pace, quella vera”. E’ quanto dice oggi al Sir il nunzio apostolico a Kiev, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, a tre anni dall’inizio dell’invasione russa su vasta scala in Ucraina. Il nunzio fa riferimento alle parole di Papa Francesco che ricoverato al Gemelli, ha ricordato l’Ucraina nel testo dell’Angelus domenicale, diffuso dalla Sala Stampa vaticana. “Nel Vangelo Gesù dice, amare i nemici. Essere, cioè, coraggiosi e aperti al dialogo. Non collaboratori dei “nemici” nel riprodurre il male”, osserva mons. Kulbokas, “come se la nostra missione fosse quella di giustificare il male, oppure dire all’uccisore: ‘hai ucciso uno, ecco metti altri due a morte’”.
“Quale dialogo quindi cercare? Penso che soltanto Dio sia in grado di suggerircelo. Proprio per questo la fede e la speranza sono i nostri lumi, la nostra strada”.
Oggi si celebra la Giornata nazionale di preghiera per l’Ucraina. E’ stata la Verkhovna Rada ad adottare la decisione di istituirla e di celebrarla ogni anno il 24 febbraio, anniversario dell’invasione russa su vasta scala. Il disegno di legge n. 12457 è stato sostenuto da 255 deputati del popolo. L’Ucraina però in questo anniversario si stringe anche a Papa Francesco.
“Si può dire che c’è una particolare ‘simbiosi’: il Santo Padre prega per l’Ucraina, e molte persone in Ucraina pregano per Lui”, dice il nunzio.
Che aggiunge: “La malattia di Papa Francesco, da quanto ho potuto percepire, ha sinceramente scosso molte persone in Ucraina, nonostante le teste di tutti siano inevitabilmente occupate dall’orrore della guerra. Ho ricevuto espressioni di vicinanza – davvero sincera – dai Capi religiosi (non soltanto cattolici), e da Rappresentanti delle Autorità civili, comprese quelle di alto livello”.
Anche mons. Oleksandr Yazlovetskiy, vescovo ausiliare della diocesi romano-cattolica di Kyiv-Zhytomyr e presidente di Caritas-Spes, risponde all’appello di Papa Francesco per il “martoriato” popolo ucraino in questo terzo anniversario. “La sua vicinanza e le sue parole – dice il vescovo al Sir – sono per noi un segno che siamo vicino al suo cuore e al suo pensiero. Anche nelle condizioni in cui si trova, si ricorda di noi. Ma oggi gli vogliamo dire che anche noi siamo vicini al Santo Padre e preghiamo per lui, per la sua salute”. Mons. Yazlovetskiy ricorda però anche tutti gli aiuti che dal Papa, dalla Santa Sede e personalmente dal card. Krajewski, sono arrivati in questi tre anni di guerra al popolo ucraino. “Papa Francesco, in questo modo, ha anche mostrato che non si aiuta solo con le parole, ma che alle parole devono seguire le opere. Siamo molto grati per tutto questo aiuto che abbiamo ricevuto in modo speciale attraverso la Rete di Caritas Internationalis. Solo Dio conosce quante sono le persone che si sono ispirate alle parole e alle azioni di Papa Francesco ed hanno agito, pregato per noi, inviato soldi e aiuti, avviato progetti e aiutato le persone. Siamo grati a lui”. Riguardo quindi agli aiuti ricevuti, il presidente Caritas-Spes dice: “Siamo grati a tutte le persone che ci sono stati vicini per tutto questo tempo. Nessuno si immaginava che questa guerra durasse così tanto. Ed è forse stato meglio così. Perché se lo avessimo saputo, ci saremmo potuti scoraggiare. Invece, abbiamo camminato passo dopo passo. In questo cammino non sono mai mancate le persone e gli aiuti e di questo siamo grati”. E sui tentativi di pace che da più fronti si stanno tentando di aprire, il vescovo dice: “Nell’aria si avverte la sensazione che la guerra pian piano stia per finire, nonostante che ci stiano bombardando con intensità, che i soldati stiano morendo sul fronte e si continui a lottare”.