Giubileo 2025: piccoli pellegrini crescono. In fila per la Porta Santa ci sono anche tantissimi bambini
Continuano ad arrivare a Roma i pellegrini per il Giubileo. Le loro storie e le loro speranze riempiono piazza Pia, via della Conciliazione e la basilica di San Pietro. Tra di loro, persone di ogni età. Anche bambini piccolissimi, dai 3 ai 5 anni, al loro primo pellegrinaggio in assoluto. Come un gruppo della comunità di Nomadelfia, arrivato con alcuni genitori. Abbiamo raccolto diverse testimonianze. Tutte accomunate dal grande desiderio di varcare la Porta Santa, con un pensiero speciale a Papa Francesco.

Piccolissimi pellegrini crescono. La Croce del Giubileo è nettamente più pesante di loro, ma quasi non sentono la fatica. C’è chi la tiene sulle spalle, chi prova a sorreggerla con le mani per non farla cadere, chi perde per un attimo il gruppo, ma poi con una corsetta si rimette in fila ancora più carico di prima.
Vanno un po’ a zig-zag lungo il percorso tracciato su via della Conciliazione, ma non perdono mai la rotta. I loro zainetti formano una scia colorata. Si fermano per un breve ‘pitstop’ davanti alla chiesa di Santa Maria in Traspontina. Recitano un’Ave Maria e ripartono subito. La basilica di San Pietro si fa sempre più vicina. Non vedono l’ora di varcare la Porta Santa.
Il primo Giubileo. Sono undici bambini. Hanno dai tre ai cinque anni. Con loro ci sono alcuni genitori. Li hanno accompagnati oggi, 8 aprile, per fargli vivere il loro primo Giubileo. Fanno parte della comunità di Nomadelfia, fondata da don Zeno Saltini nel 1931. Un insieme di famiglie cattoliche che vivono secondo la fraternità evangelica, a 8km da Grosseto. “Abbiamo deciso di portare a Roma i bambini per far vivere loro un’esperienza ecclesiale – racconta Francesco, un responsabile della comunità -. Nonostante siano ancora molto piccoli, è importante che comincino a sentirsi parte della Chiesa. Speriamo che sia per loro un bel momento, che magari potranno ricordarsi tra venticinque anni”. I bambini sono le star della mattinata. Passanti, turisti e altri pellegrini si fermano a guardarli sorridendo. Ma loro non se ne accorgono. Sono troppo concentrati sulla loro missione.
Nel frattempo, altri gruppi si preparano a partire da piazza Pia, dopo aver preso la Croce. Chiara sta aspettando suo papà e sua nonna. “Io ho già varcato la Porta Santa nel 2000 – racconta la ragazza -. Ma non mi ricordo niente, avevo solo tre anni. Rifarlo adesso con loro è una grande emozione. Sono contenta che il Papa si stia riprendendo – aggiunge -. Spero che possa ritornare presto a partecipare più attivamente al Giubileo”.
Dalla Sardegna. Mentre finisce di parlare, da piazza Adriana si sentono risate e voci squillanti. Sono quelle dei bambini del catechismo della parrocchia di Nostra Signora delle Grazie di Decimoputzu, nel Sud della Sardegna. Sono arrivati con l’aereo in mattinata e ripartiranno in serata. Ad accompagnarli c’è don Gianmarco Casti, il parroco. “Cerchiamo di trasmettere loro l’importanza dell’incontro con Gesù – dice -, invitandoli a seguirlo sulla via della speranza, come ci insegna Papa Francesco”. Ilaria ed Eleonora sono le più coraggiose, anche se non riescono a nascondere un po’ di timidezza. Cercano di mascherarla con due sorrisi raggianti. Sono contente di aver rivisto finalmente il Papa in Tv, ma il loro desiderio è quello di incontrarlo dal vivo. Che cosa gli chiederebbero? “Di dire alle mie maestre di mettermi sempre 10 – confessa Ilaria -. Io invece gli augurerei una buona guarigione”, aggiunge Eleonora, con le guance che le sono diventate rosse.
Da Vicenza. Dietro di loro, ci sono Paola e Giovanni. Sono marito e moglie. Vengono dalla provincia di Vicenza, dalla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in Schio. Sono venuti a Roma da soli e hanno già varcato la Porta Santa. “Eravamo pronti spiritualmente – racconta Paola -, ma quando l’abbiamo attraversata, abbiamo sentito entrambi qualcosa dentro e ci siamo commossi”.
Parrocchia romana. Sulle nuove scalette di piazza Pia, quelle che danno sul Tevere, c’è invece chi si sta preparando per iniziare il pellegrinaggio verso San Pietro. Qualcuno ripassa il significato della parola Giubileo, qualcuno fa merenda, qualcuno chiacchiera con i propri compagni. Sono i ragazzi e le ragazze della scuola media parentale San Giovanni Paolo II, nata nel 2016 nei locali della parrocchia romana di San Raffaele Arcangelo al Trullo, gestita dalla fraternità sacerdotale dei Figli della Croce. “Cerchiamo di dare agli studenti un’educazione non solo intellettuale, ma anche umana e fondata sui valori cristiani cattolici – sottolinea don Francesco, viceparroco della chiesa e insegnante di religione nella scuola -. Per questo motivo abbiamo deciso di portarli qui oggi. Tra di loro, ci sono anche studenti ortodossi e non battezzati. Ma i loro genitori sono stati contenti di aderire all’iniziativa. Tutti i ragazzi partecipano anche all’oratorio e al centro estivo. Nonostante le differenze, siamo una grande famiglia”.
Un pensiero per il Papa. Federica fa parte del gruppo ed è la quarta volta che varcherà la Porta Santa. “L’emozione è sempre la stessa – dice -. La prima volta ho sentito come se qualcuno mi stesse abbracciando”. Anche Jerome e Daniele hanno gli occhi della felicità, con un pensiero speciale per Papa Francesco. “Siamo contenti di averlo rivisto. Ogni mattina a scuola preghiamo per lui”.