Andrea Tornielli: dietro gli attacchi al papa una "mutazione genetica" del cattolicesimo
Numerosi i partecipanti – mercoledì 2 gennaio nell'auditorium di Gallio – alla conversazione tra Andrea Tornielli, che papa Francesco ha voluto come nuovo direttore editoriale del Dicastero della comunicazione, e il direttore dalla Difesa del popolo Guglielmo Frezza. Al centro una domanda chiave: cosa sta davvero succedendo alla Chiesa oggi? Tante risposte, da parte di Tornielli, ma soprattutto una sollecitazione a guardare "oltre i titoli dei giornali". E anche alle proprie convinzioni
Il suo nuovo incarico l’ha “costretto” a cancellare tutti gli impegni pubblici già presi per il 2019. Ma ieri sera, mercoledì 2 gennaio, era a Gallio per presentare il suo nuovo libro Il giorno del giudizio (edizioni Piemme).
Andrea Tornielli, già vaticanista de La Stampa e responsabile del sito Vatican insider, è stato da poco nominato da papa Francesco direttore dei servizi editoriali del Dicastero della comunicazione.
Sollecitato dal direttore della Difesa del popolo, Guglielmo Frezza, ha aiutato gli oltre duecento partecipanti all’incontro – promosso da comune e unità pastorale di Gallio, La Difesa del popolo, La Voce dei Berici e dall’associazione La Difesa s’incontra – a entrare dentro al momento complesso che la Chiesa sta vivendo e di cui parla nel suo libro, scritto a quattro mani con il collega Gianni Valente. «Libro che – sottolinea il direttore della Difesa del popolo – restituisce, con notizie che vanno “oltre la pancia”, la partita che si sta giocando intorno al papa».
Un fatto inedito, anzi due
Eh sì, perché il 2018 è stato segnato da un fatto inedito che ha riguardato proprio il papa: un arcivescovo della Chiesa cattolica è arrivato a chiederne le dimissioni. «La mattina del 26 agosto – racconta Tornielli – il papa stava celebrando l’eucaristia a Dublino, all’incontro mondiale delle famiglie. Nelle sue intenzioni quel viaggio doveva servire anche a chiedere perdono per lo scandalo degli abusi su minori e seminaristi scoppiato nel 2010. Proprio quel giorno, in quel momento così delicato, è stata sganciata una "bomba mediatica": l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, nunzio apostolico negli Stati Uniti dal 2011 al 2016, accusa papa Francesco, con un dossier realizzato a più mani e sostenuto da una ventina di vescovi statunitensi, di aver coperto gli abusi sessuali commessi dal cardinale americano Theodore McCarrick. Per questo motivo chiede le dimissioni di Francesco. Dimenticando, però, che proprio lui appena un mese prima, il 27 luglio, aveva tolto il cardinalato a McCarrick per la sua condotta. Altro fatto quasi inedito nella storia della Chiesa. L'ultima volta è capitato 91 anni fa».
Oltre i titoli dei giornali
Questi, in estrema sintesi, i fatti che Tornielli e Valente analizzano – cercando di non fermarsi ai soli “titoli dei giornali" – per capire, come si legge nel sottotitolo del libro, cosa sta davvero succedendo alla Chiesa. «Il rischio, di fronte alle notizie che riguardano gli abusi – sottolinea Tornielli – è di guardare la realtà e di giudicarla a partire solo dai fatti di cronaca. E invece serve capire il quadro storico. Degli abusi su minori compiuti da McCarrick, che ora ha 88 anni, si è scoperto solo l’anno scorso. I fatti, però, risalgono a prima che entrassero in vigore le attuali norme, talmente rigide da poter essere definite "emergenziali", e si spalmano su un periodo di 50-60 anni. A questo proposito valgono le parole che Francesco ha rivolto, a Natale, alla curia romana: la maggioranza dei casi di abusi, le statistiche parlano del 95 per cento, non sono commessi dai chierici della Chiesa. Ma “anche se si trattasse di un solo caso di abuso – sottolinea il papa – che rappresenta già di per sé una mostruosità, la Chiesa chiede di non tacere e di portarlo oggettivamente alla luce, perché lo scandalo più grande in questa materia è quello di coprire la verità”. Nel caso McCarrick sono stati commessi errori, ma non ha senso individuare nell’attuale pontefice il colpevole. Proprio quando, peraltro, ha compiuto un atto chiaro nei suoi confronti».
Il papa è il papa
Una “mutazione genetica”: è questa l’idea che Tornielli e Valente si fanno di fronte a tutta questa vicenda. «È come se si fosse rotto qualcosa – evidenzia Tornielli – Mi è subito parsa un’assurdità la richiesta di rinuncia al papa da parte di un nunzio apostolico e il sostegno che ha ricevuto da una ventina di vescovi americani. E, oltre tutto, la richiesta rivolta a Francesco di rispondere pubblicamente alle accuse. Se c’è una cosa che dovrebbe accomunare tutti i cattolici è che… il papa è il papa. Chiedergli di rinunciare al pontificato, poi, non tiene conto di ciò che dice il Codice di diritto canonico: l’unica condizione perché la rinuncia sia valida è che avvenga in piena libertà. Se chiedo le dimissioni, già viene meno questa condizione. Inoltre, sempre secondo il codice, la sede apostolica non è messa in giudizio da nessuno».
Ma, allora, cosa sta davvero succedendo alla Chiesa?
«Stanno venendo meno un po’ di capisaldi. Certo il papa dice cose scomode, non solo per il mondo americano. Ma non possiamo farci un’idea sul papa a partire dai titoli dei giornali. Più di tutto dobbiamo chiederci: cosa dicono a me, alla mia vita, alle mie relazioni… l’elezione e la parola di questo papa? Certo, va scongiurato un rischio: che il papa venga trattato come una “superstar”. La Chiesa non è solo il papa. La Chiesa è di Gesù Cristo. Ci sono gesti che fanno parlare, ci sono novità che colpiscono, ci sono scelte inedite… ma non possiamo pensare che ad attirare sia il papa personaggio. Il papa superstar non fa bene alla Chiesa. A una domanda sulla sua popolarità, Francesco ha risposto parlando di Gesù, che prima entra a Gerusalemme osannato dalla folla e poi, dopo pochi giorni, c’è sempre una folla che lo vuole crocifisso. Il papa è un battezzato, come tutti noi. L’unica “star” è Gesù Cristo».
Abusi: segnali di speranza
Per la prima volta, dal 21 al 24, si terrà in Vaticano un incontro su “La protezione dei minori nella Chiesa”. «È un segnale preciso, non il primo, di come papa Francesco sta affrontando la questione degli abusi – spiega Tornielli – A questo si aggiunge ciò che ha fatto a fine settembre: ha chiesto a tutti i cristiani di pregare perché la Chiesa sia preservata dal "grande divisore". Che ha un nome preciso: il demonio. È un appello drammatico… accolto da molte persone. In tanti hanno pregato, e continuano a farlo! Le norme contro gli abusi sono importanti, ma chi ha fede sa che non bastano. La risposta al peccato gravissimo di abuso sui minori sta anche, e prima di tutto, nella coscienza che tutti siamo peccatori e che tutti abbiamo bisogno di misericordia».
Quindi? Cosa sta davvero succedendo alla Chiesa?
Andrea Tornielli – che comincia il nuovo incarico andando alla Giornata mondiale della gioventù di Panama con papa Francesco (21-28 gennaio), poi ad Abu Dhabi (3-5 febbraio) e poi seguendo l'incontro sulla protezione dei minori... solo per citare alcuni impegni importanti – risponde ricordando un celebre dialogo, avvenuto nel 1806, tra un ministro di Napoleone e il segretario di Stato del Vaticano, cardinale Ercole Consalvi. «In pochi anni avremo distrutto la Chiesa», pronosticò il ministro. E Consalvi rispose: «Non ci riuscirete. Non ce l'abbiamo fatta nemmeno noi preti...».