Otto parrocchie con lo sguardo al futuro
Dal 4 al 13 gennaio le otto parrocchie del comune accolgono il vescovo Claudio per la quinta tappa della visita pastorale. Incontrerà otto comunità, ognuna con un volto ben definito, specchio di una identità radicata ma non prigioniera del passato. Le parole chiave che emergono sono: transizione, crescita, voglia di futuro.
Parrocchie di Albignasego in assetto inedito. La visita pastorale del vescovo Claudio supera lo schema tradizionale e le unisce per la prima volta tutte e otto in un momento di chiesa unico. Dal 4 al 13 gennaio accolgono insieme il pastore mettendo per un attimo da parte l’appartenenza vicariale – molto sentita – che da sempre vede Sant’Agostino con la città e le altre legate a Maserà e Casalserugo.
Sbirciando oltre le quinte, appaiono otto comunità ognuna delle quali con un volto ben definito, specchio di una identità radicata. Le parole chiave che emergono sono: transizione, crescita, voglia di futuro. La sensazione è che ad Albignasego la pastorale tradizionale stia affrontando il suo stress test più interessante: i laici ci sono, motivati e consapevoli, ma con i loro parroci stanno serenamente facendo i conti con ciò che si è sempre fatto e oggi non funziona più.
Ma senza nostalgia per un passato che non tornerà. «Cambiare non è peccato! – afferma don Sandro De Paoli, parroco a San Tommaso – Stiamo comprendendo che la vita di comunità non è una questione di prestazioni, ma di presenza reale del Signore tra noi». È questo che permette di essere seri – ma anche sereni – di fronte al nuovo spirito del tempo: «Ci siamo stupiti nel rileggere quante sono le realtà presenti nella nostra parrocchia per scriverne al vescovo. Si sente che c’è una spinta all’unità, e questo deriva proprio dalla fede. Tuttavia è l’anonimato a penalizzare le comunità oggi: se qualcuno non viene in chiesa la domenica, generalmente se ne prende atto, senza preoccuparsi più di tanto. Il futuro è fatto di piccole comunità, in cui le relazioni saranno fondamentali, come la formazione e la ministerialità dei laici».
Un tema, quest’ultimo, su cui torna anche don Alessandro Martello, parroco ai Ferri e vicario foraneo di Maserà: «La fede domanda la capacità di un pensiero critico. Il passo fondamentale per la nostra pastorale è fermarci a pensare, focalizzare le sfide e capire come affrontarle. La liquidità coniata da Zygmunt Bauman non riguarda solo la società, ma anche la pastorale: le persone si impegnano, ma solo per un numero limitato di anni e poi smettono. Come generare un legame stabile? In un quadro in cui le categorie classiche e la sistematicità è saltata non è semplice scrivere ricette. Ciò che intuiamo è che c’è bisogno di una chiesa che sia sempre più seminatrice di speranza».
L’attesa del vescovo è palpabile specialmente tra gli operatori pastorali. Lorenzo Altoviti è il viceprsidente del consiglio pastorale di San Tommaso: «Racconteremo la nostra parrocchia a don Claudio per com’è veramente e non come vorremmo che fosse – spiega – Le potenzialità sono tante e molte sono in atto, specie sul versante caritatevole. Ma abbiamo bisogno di formazione, perché i laici passino dalla semplice disponibilità alla competenza e quindi alla responsabilità rispetto al loro servizio». Un aspetto a cui Patrizia Bolzonella, vicepresidente ai Ferri, aggiunge la “pastorale del sorriso”: «Per stringere legami e integrare le nuove famiglie a volte la cosa più importante è l’atteggiamento accogliente, la capacità di essere aperti».
Patrizia tocca un tema ricorrente in molte comunità: Albignasego cresce, le famiglie la scelgono, la popolazione è giovane, nuova linfa per le parrocchie, ma alcune zone sono un dormitorio da risvegliare. Lo sa bene don Paolo Bicciato, amministratore parrocchiale a Mandriola: «Agganciare le 380 famiglie circa che si sono stabilite qui negli ultimi dieci anni è la vera sfida nella nostra comunità – riflette – Un’occasione privilegiata è certamente all’inizio dell’anno pastorale, quando viviamo un momento significativo condiviso con la scuola dell’infanzia e il nido, che accolgono 155 bambini e sono molto quotati anche grazie all’attenzione del Comune e dei 40 volontari». Ma non è tutto qui, al centro c’è la Parola: «Ogni 15 giorni, la domenica e il lunedì, viviamo una catechesi biblica, quest’anno sul Vangelo di Luca, aperta a tutto il vicariato».
La scuola dell’infanzia è ciò che fino a questo momento ha unito Sant’Agostino alle altre parrocchie, tutto il resto è condiviso con le parrocchie del vicariato del Bassanello a cui appartiene: «La relazione è tutta da costruire», sottolinea il parroco don Stefano Margola, che tratteggia così il profilo della sua comunità: «Siamo una realtà in crescita, abbiamo molte attività in ripartenza e stiamo riprendendo slancio pastorale, grazie anche al nuovo progetto sul centro parrocchiale che riprenderà a metà gennaio». L’iniziazione cristiana è ben oliata, il gruppo liturgico è appena partito, come pure un coro composto da adulti e ragazzi. Ma qui ha sede l’Unione sportiva Sant’Agostino, una delle 70 società sportive del comune molte delle quali parrocchiali: un vero e proprio presidio educativo presente anche a San Lorenzo in Roncon. «Qui siamo in piena metamorfosi – racconta il parroco don Marino Ruggero – Come una crisalide che si trasforma in farfalla, stiamo scoprendo le nostre potenzialità nei gruppi giovanili, l’Ac, le famiglie, l’Ic. Abbiamo voglia di condividere tutto questo e siamo grati al vescovo se ci dirà una parola su come collaborare meglio con le altre parrocchie».
San Giacomo e Lion da un anno condividono il parroco, don Mario Gamba. Il suo arrivo ha significato voltare pagina, l’ingresso in una nuova stagione, da vivere con grande speranza all’insegna di relazioni di comunione: «Ogni comunità ha una sua storia tutta da scoprire e da rispettare – spiega don Mario – Un passato diverso implica anche necessità diverse: certamente abbiamo bisogno di stare insieme con gioia e di formarci sempre più con qualità».
La formazione, specie degli adulti, è la prima necessità anche per Franco Bertazzolo, vice del consiglio pastorale di Lion: «Ci stiamo provando con i centri di ascolto della Parola – sottolinea – che danno i loro frutti. Oltre agli adulti, tuttavia, possiamo riattivare tanti over 65 importanti per le nuove generazioni, m anche per i più anziani che vivono molta solitudine». A San Giacomo si progetta il futuro: «Stiamo coinvolgendo i nuovi arrivati specie con iniziative nel centro parrocchiale – racconta il vice del consiglio pastorale Mario Pizzeghello – Il gruppo liturgico e l’Ac si stanno rafforzando, mentre l’iniziazione cristiana coinvolge molti adulti, che sono la spina dorsale della nostra comunità».