Le regioni si alleano contro il gioco d'azzardo. E il governo tende la mano
Sottoscritto da Lombardia, Liguria, Veneto e Basilicata. Prevede il contrasto alla ludopatia e l'autonomia normativa su questioni come la distanza delle sale slot dai luoghi sensibili. Entro il 30 aprile proposte unitarie al governo per prevenire e curare la dipendenza dall'azzardo. La risposta del governo: "Lavoriamo assieme per governare il fenomeno".
I governatori si alleano contro il gioco d'azzardo. Oggi a Milano è stato presentato il "Manifesto delle Regioni per la lotta alla ludopatia", già sottoscritto da Lombardia, Liguria, Piemonte, Veneto, Campania, Lazio, Puglia e Basilicata. Tre i punti del Manifesto su cui si impegnano le Regioni: "garantire azioni di prevenzione e contrasto alla ludopatia", "difendere l'autonomia normativa regionale" e "fare rete contro l'azzardo patologico".
Il lancio del Manifesto coincide con la prima Giornata nazionale delle Regioni e degli enti locali sul contrasto al gioco d'azzardo, celebrata con un convegno a Palazzo Lombardia con gli interventi, tra gli altri, del sottosegretario del ministero delle Finanze Pier Paolo Baretta, dei governatori della Lombardia, Roberto Maroni, e della Liguria, Giovanni Toti, oltre che assessori e consiglieri delle regioni Veneto, Basilicata e i sindaci di Pavia, Brescia, Bergamo e Padova.
Il manifesto propone limiti all’installazione e diffusione delle apparecchiature, criteri di localizzazione e orari di apertura per le sale gioco, limiti alla pubblicità al gioco e incentivi, anche fiscali, per gli esercenti che rinunciano nei loro locali a offrire slot machines, lotterie e videolotterie. Prevede, inoltre, un meccanismo regolamentato, tramite card, per accedere ai sistemi di gioco online.
Dato che molte regioni hanno approvato leggi contro il gioco d'azzardo, quelle che aderiscono al Manifesto lotteranno per "conservare e consolidare l’autonomia normativa", come per esempio "introdurre limiti di distanza dei punti di offerta di gioco dai luoghi sensibili anche in misura maggiore rispetto ai limiti eventualmente fissati a livello nazionale".
Infine, le Regioni faranno rete "attraverso la creazione di una piattaforma informatica che connetta tutte le iniziative adottate dalle Regioni e dagli Enti locali in tema di prevenzione e contrasto alla ludopatia, per condividere i rispettivi apparati normativi e le azioni sociali. La Piattaforma diventa il crocevia di scambio di idee, proposte ed iniziative attraverso il continuo aggiornamento che ciascuna Regione si impegna ad effettuare direttamente".
Lanzarin: non penalizzare le buone prassi nel territorio
“Sottoscrivendo il manifesto – spiega l’assessore veneto Manuela Lanzarin – Regioni e Comuni intendono impegnare il governo a regolamentare il settore e a sostenere in modo sistematico, attraverso i Lea, la prevenzione e la presa in carico delle dipendenze da gioco. Entro il 30 aprile intendiamo arrivare a formulare, in dialogo con il governo, una norma di legge che regolamenti l’industria del gioco e preveda una rete di interventi per sostenere le vittime di slot, scommesse, lotterie, gratta e vinci e giochi online".
Ludopatie: un fenomeno in costante crescita
In Italia il ministero della Salute stima che la percentuale dei giocatori problematici, con comportamenti patologici di dipendenza, oscilli tra l’1,5 e il 3,8 % della popolazione. L’Italia detiene il record delle slot machines (oltre mezzo milione di macchinette) e stampa un quinto dei ‘gratta e vinci’ di tutto il mondo. Per lo Stato gli incassi dal gioco d’azzardo legale valgono almeno 8 miliardi di euro, per la criminalità organizzata e le mafie il giro d’affari è almeno triplo.
Su scala veneta l’incidenza del gioco patologico oscillerebbe, secondo le statistiche ministeriali, tra i 72 mila e i 180 mila casi.
La regione ha inserito il contrasto al gioco patologico nella programmazione socio-sanitaria e ha previsto, con la legge di stabilità 2015, che i Servizi per le dipendenze delle Ulss sperimentino progetti di presa in carico e di collaborazione con i gruppi di auto- aiuto.
“Ho già avviato una ricognizione su progetti, esperienze ed esigenze dei Sert (i servizi territoriali per le dipendenze) e dei Comuni veneti in materia di gioco patologico – ricorda Manuela Lanzarin – anche in vista della proposta unitaria che presenteremo al governo entro il prossimo 30 aprile. Obiettivo della Regione è mettere in rete servizi sociali e sanitari, Comuni e consultori al fine di affrontare, con lo stesso approccio e lo stesso linguaggio, l’emergenza dei troppi casi di gioco compulsivo. Dobbiamo arrivare a definire, nei piani di zona delle Ulss, un approccio sistematico e integrato anche a questo tipo di dipendenza, per essere più efficaci ed evitare doppioni”.
La risposta del Governo
Il Governo, per bocca del sottosegretario del ministero delle Finanze Pierpaolo Baretta, tende la mano: "Non si tratta di togliere competenze agli enti locali, c'è invece il tema di condividere i problema: perché altrimenti se lo Stato pensa solo all'erario e gli enti locali pensano solo a bonificare il loro territorio, il risultato finale è che non governiamo il fenomeno".
Uno dei punti più controversi è il numero di slot machine e sale da gioco nei comuni
Alcuni sindaci hanno stabilito misure di distanza minime dai luoghi sensibili tali da impedire di fatto e per sempre l'installazione di nuove macchinette. "Il mio suggerimento per lavorare insieme è questo – ha sottolineato il sottosegretario – Troviamo un criterio, ad esempio il numero di punti gioco in rapporto al numero di adulti. Dopodiché la distribuzione territoriale non dipende dallo Stato ma spetta agli enti locali".
Sono quattro i punti su cui il Governo lavorerà nei prossimi mesi.
Il primo è quello di ridurre l'offerta di gioco. "Si è un po' esagerato in questi anni", ha sottolineato Pier Paolo Baretta. Il secondo è quello di un riordino del settore: "Ci sono troppi concessionario e troppi gestori". Non solo, è necessario inasprire le pene contro il gioco illegale.
Terzo, "dobbiamo gestire la trasformazione tecnologica: abbiamo previsto che tutte le awp attuali siano sostituite con quelle collegate direttamente al sistema centrale. Ma siamo chiari su questo punto: questa trasformazione tecnologica non dovrà trasformarle in nuove vlt. Le awp hanno bassa giocata e bassa vincita, al contrario delle vlt. E tali le awp devono rimanere". Quarto, più risorse per la cura della dipendenza.
Comunicato stampa