La chiesa in campo contro il gioco d'azzardo
Primo paese in Europa e terzo al mondo. È il triste primato italiano riguardo il gioco d'azzardo, un vera e propria piaga sociale. Contro la quale occorre un'azione intensa di tipo culturale ed educativo. In diocesi di Padova sono attivi la commissione Nuovi stili di vita, ma ora anche il vicariato di Abano Terme con un documento e un convegno, il 29 ottobre, a cui parteciperà anche il vescovo Mattiazzo.
Da più parti quella del gioco d'azzardo viene indicata senza mezzi termini come una piaga sociale. Forse la più grave del nuovo millennio. E a rendere ancor più grave la situazione è che il maggior promotore di slot e gratta e vinci è lo stato.
Combattere il gioco d'azzardo è significa ingaggiare una battaglia culturale ed educativa, e una parte in questo senso la gioca in maniera convinta anche la chiesa. A Padova la commissione Nuovi stili di vita, dopo aver improntato la Quaresima sulle buone pratiche del "non gioco", ha trascorso l'estate a presentare laboratori attivi nelle sagre e a distribuire il corrispettivo buono del gratta e vinci, il "Gratta e vivi", in palio guide al consumo consapevole e abbracci per tutti.
Ora tocca al vicariato di Abano Terme prendere posizione con un documento (in allegato) e un convegno mercoledì 29 ottobre a cui parteciperà anche il vescovo Mattiazzo, a cui la Difesa dedicherà un ampio servizio nel numero di domenica 26 ottobre.
Infine, La Civiltà cattolica, rivista e vera e propria istituzione dei gesuiti guidata da padre Antonio Spadaro, che nel numero del 4 ottobre ha dedicato un articolo firmato da padre Francesco Occhetta alla piaga del gioco d'azzardo e domani, sabato 18 ottobre, organizza una tavola rotonda sul tema a Roma che è possibile seguire anche in streaming a partire dalle 18. il confronto ha l'obiettivo di individuare strategie e buone prassi per uscire una volta per tutte dalla dipendenza da gioc. Intervengono Maria Grazia Marciani, direttore della clinica neurologica dell’università di Roma Tor Vergata, e Maurizio Fiasco, consulente della consulta nazionale antiusura, modera lo stesso padre Occhetta.
Si parte da una constatazione: l’Italia è diventata in pochi anni il primo paese consumatore di gioco d’azzardo in Europa e il terzo nel mondo. L’industria del gioco d’azzardo, la terza più grande del paese, è una faccia della medaglia. L'altra, umiliante per una società democratica, è che a farne le spese sono le fasce più povere e deboli della popolazione. I giocatori patologici sono circa 800 mila; altri due milioni sono quelli considerati ad alto rischio di dipendenza; gli anziani e i giovani sono le categorie più vulnerabili.
Per la chiesa, il gioco d’azzardo è «moralmente inaccettabile» quando priva «la persona di ciò che le è necessario per far fronte ai bisogni propri e altrui». Il gioco d’azzardo è contrario anche ad alcuni princìpi fondamentali della costituzione, come la tutela della dignità della persona, del risparmio e della salute. In regione Veneto, da fine settembre, si sta discutendo su un progetto di legge che disciplini la materia.
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