Contro il gioco d'azzardo Cadoneghe fa sul serio
Nel comune della cintura padovana ci sono già 21 esercizi commerciali con apparecchi per il gioco d'azzardo: una macchinetta ogni 774 abitanti. Parte ora una campagna sociale per prevenire la dipendenza patologica. Numerose le iniziative del comune in collaborazione con il Sert dell’Ulss 16, tra cui una conferenza spettacolo per i ragazzi delle medie e un percorso formativo per gli insegnanti.
Negli ultimi vent’anni, a Cadoneghe come nel resto d’Italia, l’accessibilità al gioco d’azzardo e la proporzione di giocatori sono aumentate sensibilmente, con il forte rischio di trasformare sempre di più questo fenomeno in un vero e proprio problema sociale.
Attualmente sono 21 gli esercizi pubblici presenti nel comune padovano (tra cui 3 sale da gioco) dotati di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito (videolottery e slot machine), cioè uno ogni 774 abitanti: numeri alti, anche se ancora inferiori rispetto alle statistiche italiane.
Dalle ultime ricerche in materia, infatti, si rileva che il 54 per cento della popolazione italiana praticherebbe il gioco d’azzardo, ovvero dichiara di aver giocato almeno una volta negli ultimi 12 mesi.
Secondo i dati ufficiali del 2012 del ministero della salute, la stima dei giocatori d’azzardo problematici varia dall’1,3 al 3,8 per cento della popolazione, mentre i giocatori patologici variano dallo 0,5 al 2,2 per cento.
«Si tratta di percentuali – spiega l’assessore al sociale Augusta Parizzi – dietro alle quali si nascondono dei veri e propri drammi familiari e su cui è giusto riflettere e agire preventivamente. Ecco perché abbiamo deciso, in collaborazione con il dipartimento delle dipendenze dell’Ulss 16, di attivare un programma in grado di coinvolgere i soggetti interessati della comunità, della salute e del commercio, al fine di ridurre le conseguenze del gioco d’azzardo tra i giocatori che sono già in condizioni di dipendenza patologica e prevenirne l’ulteriore incremento».
E aggiunge: «Con questo progetto ci proponiamo di promuovere consapevolezza e maggiore conoscenza rispetto al tema della ludopatia, raccogliere dati specifici sul territorio, condividere regole efficaci e una formazione utile per la gestione dei rischi connessi alla problematica in questione».
Tutto ciò si concretizzerà attraverso una serie di iniziative, tra cui una conferenza spettacolo rivolta ai ragazzi delle scuole medie e un percorso formativo per gli insegnanti condotto da operatori esperti dell’Ulss 16.
E poi: uno spettacolo serale di illusionismo, aperto a tutti, per dimostrare gli inganni del gioco d’azzardo, il coinvolgimento degli esercenti pubblici per raccogliere dati specifici sul territorio, condividere regole efficaci e ricevere una formazione per la gestione del rischio.
Si metteranno in campo diverse azioni: indagini conoscitive, opere di sensibilizzazione al problema, mappature dei luoghi dove sono collocati gli apparecchi per il gioco d’azzardo.
Il percorso terminerà con un convegno conclusivo, che presenterà i risultati del progetto alla luce dei dati raccolti.
Ma perché il gioco d’azzardo merita tutta questa attenzione? «Perché può causare una vera e propria dipendenza – spiega Andrea Vendramin, direttore del dipartimento dipendenze dell’Ulss 16 – Fino al 2013 era considerato un disturbo psichiatrico ossessivo compulsivo, ma in seguito i test in laboratorio hanno dimostrato che in realtà è qualcosa di molto più simile alla tossicodipendenza o all’alcolismo. Si è, infatti, scoperto che ad attivarsi sono le medesime aree cerebrali e che, come con droga o alcool, si riscontra una sovraproduzione di dopamina».
Ecco perché lo si può considerare un pericolo per tutti. «Si consideri – si unisce al grido di allarme Guglielmo Cavallari, psicologo del Sert – che molti giochi (soprattutto in internet) sono fatti per creare dipendenza sfruttando questo meccanismo neurologico e sono alla portata di tutti. È quindi possibile per chiunque arrivare alla dipendenza».