Un arrivo legale. E sicuro
Sant'Egidio e Chiese evangeliche lanciano un progetto-pilota sperimentale che istituisce corridoi umanitari dal Libano e dal Marocco e in un secondo tempo dall’Etiopia. Vie sicure e legali per evitare altre morti nei viaggi della speranza dalle coste africane all’Europa e per consentire alle persone in stato di bisogno e in condizioni di vulnerabilità di accedere a un sistema di protezione internazionale e di accesso legale sul territorio italiano.
Dopo mesi di preparazione e di dialogo costruttivo è stato firmato un protocollo di intesa tra la federazione delle chiese evangeliche in Italia, la Tavola valdese e la Comunità di Sant’Egidio con il ministero degli esteri e il ministero dell’interno.
A beneficiare dell’iniziativa saranno le persone che si trovano in condizioni di comprovata vulnerabilità, e cioè donne sole con bambini, spesso vittime di tratta; minori non accompagnati; persone affette da disabilità o patologie gravi; anziani.
In questi giorni si sono aperti due uffici in Marocco e in Libano e tra sei mesi si avvierà anche un centro in Etiopia per i flussi dall’Eritrea e dal Sud Sudan. Gli uffici avranno il compito di presentare la lista dei beneficiari alle autorità consolari italiane presenti in quei paesi, che a loro volta rilasceranno i visti di ingresso solo per il suolo italiano.
Sant’Egidio e chiese evangeliche si impegnano a dare in loco assistenza legale per la presentazione della richiesta; organizzare il trasferimento in nave o in aereo e garantire l’ospitalità. Il progetto, a cui collaboreranno associazioni locali per individuare i destinatari, mira a coinvolgere nei primi due anni mille persone. Si prevede che i primi arrivi giungeranno a fine gennaio e i rifugiati saranno accolti in “piccoli gruppi” in Sicilia, Toscana e Piemonte.