Migranti, "quasi 3 mila morti nel Mediterraneo dall'inizio dell'anno"
Report dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni. Il dato salito vertiginosamente: +56% rispetto ai 1.906 dell'anno scorso (al 30 luglio). I migranti e rifugiati arrivati in Europa via mare nel 2016 sono 242.179. “Basta morti in mare, l’Europa faccia di più e meglio”: mai come in questo momento è necessario uscire dalla logica dell’emergenza, ricorda il centro Astalli dei gesuiti.
Salgono vertiginosamente le morti in mare dei migranti che cercano di raggiungere le coste europee.
I morti nel Mediterraneo fino a oggi sono circa 2.977: il 56% in piu' rispetto ai 1.906 dell'anno scorso (al 30 luglio). Sono i numeri forniti nel report dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). I migranti e rifugiati arrivati in Europa via mare nel 2016 sono 242.179, stima l'Oim, la maggior parte di loro sono sbarcati in Italia e Grecia.
Venerdì scorso è arrivata al porto di Trapani “Aquarius”, la nave di Sos Mediterranee e di Medici Senza frontiere che ha recuperato oltre 209 migranti nel Canale di Sicilia. A bordo anche i corpi di 21 donne e un giovane, presumibilmente morti schiacciati, asfissiati e ustionati dal carburante fuoriuscito dalla tanica del gommone mischiatasi all’acqua salata del mare.
Le salme giunte sul molo trapanese verranno trasportate al cimitero comunale di Trapani, rimanendo per il momento a disposizione dell’autorità giudiziaria per le autopsie prima che trovino sepoltura nei cimiteri comunali di altri comuni della provincia di Trapani.
La procura di Trapani ha aperto un fascicolo sulla tragedia del mare condotta dal sostituto procuratore Andrea Tarondo, presente al porto insieme al prefetto Falco e al questore Agricola. Tra i sopravvissuti ci sono, in particolare, 177 uomini, 32 donne, di cui tre in stato di gravidanza e 50 minori di cui 45 non accompagnati. I migranti sono originari di Burkina Faso, Camerun, Gambia, Ghana, Guinea e Guinea Bissau, Costa d’Avorio, Mali, Nigeria, Senegal e Sierra Leone.
“Basta morti in mare, l’Europa faccia di più e meglio”.
Dopo l’ennesima tragica notizia del naufragio a largo delle coste della Sicilia, il Centro Astalli ribadisce con forza che “non è più possibile rimanere indifferenti dinanzi al continuo ripetersi di tragedie evitabili”.
“È necessario garantire canali umanitari sicuri a quanti, in fuga da conflitti e persecuzioni, cercano protezione – sottolinea l’associazione - È l’unica strada percorribile per evitare che trafficanti di esseri umani continuino a mettere in pericolo vite innocenti, lucrando sulla disperazione”.
Mai come in questo momento è necessario uscire dalla logica dell’emergenza, ricorda il centro Astalli.
”Le Nazioni Unite da tempo documentano da tempo che il numero di rifugiati nel mondo ha superato i 60 milioni perché sono aumentate guerre e crisi umanitarie che costringono la popolazione civile a cercare salvezza altrove – si legge nella nota - Non è un’emergenza degli ultimi giorni, ma un fenomeno ampiamente previsto e in quanto tale fuori da ogni canone di eccezionalità. I governi, se uniti, non avrebbero difficoltà a gestire un numero di migranti pressoché invariato rispetto all’anno scorso. L’Europa ha il dovere di creare alternative al traffico di esseri umani come canali umanitari e programmi di reinsediamento, al vaglio da tempo sui tavoli istituzionali, mai diventati adeguatamente operativi. Soccorrere non basta. È necessario prevenire attraverso ingressi protetti e un’accoglienza dignitosa e organizzata che tenga in considerazione la volontà dei migranti. Politiche e misure volte esclusivamente ad evitare gli arrivi e chiudere le frontiere sono evidentemente destinate a fallire oltre ad avere un costo altissimo in termini di risorse economiche ma soprattutto di vite umane. L’esperienza di questi anni mostra ad un Europa pigra e impaurita che le migrazioni sono un fenomeno che va gestito perché non può essere impedito”.