Associazione Tangram: «Un'accoglienza che fa bene anche a noi»
L’associazione Tangram segue 46 migranti ospitati nei comuni di Monselice e Villa Estense, attivando percorsi d’integrazione e corsi di formazione professionale, mettendo in sinergia i contesti locali, dalle istituzioni alle associazioni straniere.
Sono sette figure geometriche colorate da utilizzare insieme, senza sovrapposizioni, per formare una nuova, unica figura. Il Tangram è un rompicapo cinese, ma è anche il nome di un’associazione padovana che da sempre crede nella partecipazione e nella collaborazione per superare problemi e conflitti, donando un nuovo ordine nella vita delle persone aiutate, dai carcerati ai minori, ai migranti.
Il lavoro condiviso, i progetti di rete con le istituzioni e le altre associazioni del territorio sono valori imprescindibili per i volontari e gli operatori di Tangram per tendere verso un cambiamento partecipato che sviluppi le risorse delle persone in difficoltà. Questo vale anche per l’accoglienza dei migranti, “moderni pellegrini” protagonisti della quarta opera di misericordia che quest’anno giubilare sta insegnando a riscoprire nelle diverse azioni quotidiane del volontariato. «Da giugno dello scorso anno – racconta Lara Scrittori, presidente di Tangram – ci occupiamo dei richiedenti asilo nei comuni di Monselice e Villa Estense: quattro educatori professionali, tre mediatori culturali e dieci volontari seguono in tutto 46 persone ospitate in due grandi strutture. Stiamo tentando di inserirli in corsi di formazione professionale nel territorio della Bassa. In tutto quello che facciamo, anche nei corsi d’italiano che si svolgono ogni settimana, cerchiamo di coinvolgere sempre le associazioni straniere perché loro stesse siano risorsa d’accoglienza».
I percorsi avviati non sono di certo semplici, perché la base culturale cambia moltissimo da persona a persona: tanti migranti sono scarsamente alfabetizzati e questo complica l’apprendimento dell’italiano e non solo. «Comprendersi fra culture – continua la presidente – è lo scoglio più arduo da superare: abbiamo bisogno di trovare nuove norme comuni da rispettare e dentro a cui muoversi, per creare uno spazio di costruzione dove coltivare le relazioni».
Per quanto nel nostro paese l’immigrazione sia un fenomeno molto più recente rispetto a Francia, Germania, Regno Unito… la sfida dell’accoglienza può rappresentare una svolta decisiva per trasformare il nostro modo di percepire la realtà e quello che abbiamo. «Dopo il disorientamento innescato dalla crisi economica – sottolinea Lara Scrittori – l’accoglienza può davvero permetterci di ridefinirci come persone e come paese. Personalmente, lavorando con i migranti, ho maturato la consapevolezza che siamo fortunati, e non ce ne rendiamo conto, ad avere la pace, la libertà, la casa... Spesso invece ce ne dimentichiamo, perché rappresentano una normalità scontata. I ragazzi che accogliamo fuggono dalla guerra, dalla devastazione e non sanno cosa ritroveranno un giorno al loro ritorno. Non sanno neppure se, alla prossima telefonata, i genitori risponderanno, se saranno vivi...». Info: 049-8762022.