Per ogni senzatetto tre case vuote
Undici milioni di case vuote. E oltre quattro milioni di persone senza tetto. Un paradosso europeo, messo a nudo da un’inchiesta del “Guardian”, e che rivela una delle criticità più gravi del Vecchio continente. Stando ai numeri, ma è solo una provocazione statistica, per ogni senza tetto ci sarebbero a disposizione quasi tre case.
Il maggior numero di abitazioni vuote è in Spagna, dove sarebbero 3 milioni e 400mila. Al secondo posto si trovano, a pari merito, Italia e Francia, ciascuna con circa 2 milioni di case inutilizzate. Tante case vuote anche in Germania, Gran Bretagna e Grecia, Irlanda e Portogallo. Mezza Europa, insomma, da nord a sud, da est e ovest. La maggioranza delle case disabitate sono in paesi meta tradizionale di vacanze da tutta Europa: Spagna, Italia, Francia, Grecia, tanto che rappresentano spesso seconde o terze case, utilizzate magari per i periodi estivi.
«È uno spreco scioccante e vergognoso – afferma al quotidiano di Manchester David Ireland, direttore di Empty Homes (Case vuote), un’associazione di carità britannica – Le case dovrebbero essere costruite affinché ci viva dentro qualcuno, se rimangono vuote è il segno di qualcosa di gravemente sbagliato nella nostra società. Ne basterebbero meno della metà per risolvere in un colpo solo il problema dei senzacasa in tutta Europa».
Secondo una ricerca della Caritas, in Italia la maggioranza delle persone senza casa ha un’età inferiore a 45 anni, la maggior parte è costituita da stranieri e un alto numero, precedentemente, viveva in una casa di proprietà. Urgono politiche sociali lungimiranti, attenzione particolare per milioni di persone che vivono al di sotto della soglia della povertà. Che l’Occidente si metta all’opera. Il parlamento europeo ha fatto un primo passo, attraverso una recente risoluzione, nella quale «esorta gli stati membri a sviluppare alloggi sociali e a prezzi accessibili adeguati alle persone più vulnerabili, onde prevenire l’esclusione sociale e il problema dei senzatetto». Ma, nell’ottica della sussidiarietà e della solidarietà, l’impegno deve partire dai territori.