Il dolore della chiesa tedesca per l'attentato di Monaco. Domenica il ricordo delle vittime
Due ragazze e sei ragazzi di età compresa tra 14 e 21 anni, una donna sui 45 anni e l’attentatore, 18enne: le vittime giovani rendono ancora più angoscianti i numeri della strage di Monaco di Baviera. L’arcivescovo Reinhard Marx presiederà una funzione di suffragio domenica sera a Monaco di Baviera, nel duomo della Vergine Maria-Liebfrauendom.
I colpi mortali sparati nel centro commerciale Olympia di Monaco di Baviera hanno causato costernazione nella comunità cattolica dell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga.
“Questo terribile atto mi ha scioccato e mi riempie di grande tristezza”, afferma l’arcivescovo, il cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk). “Le mie preghiere sono per le vittime e i loro familiari. Spero che i molti feriti possano ritornare presto a casa”.
Marx sottolinea che “quasi ogni giorno siamo testimoni e dobbiamo registrare lo scatenamento di violenza e odio senza limiti. In molti luoghi, la violenza avvelena il nostro clima sociale con la paura e il terrore, ma sarà ora importante impostare la risposta su segni di speranza, di pace e di coesione”.
Il cardinale invita tutta la popolazione a pregare per le vittime della violenza e del terrore, e in particolare Marx presiederà una funzione di suffragio domenica sera a Monaco di Baviera, nel duomo della Vergine Maria-Liebfrauendom. Presso i locali della parrocchia di San Martino nel quartiere Moosach, teatro della strage, si riuniranno in preghiera i volontari e i membri dei servizi di intervento di crisi del centro federale di assistenza “Samaritano”.
L’arcidiocesi di Monaco ha messo in atto nella serata di venerdì un servizio di assistenza e accoglienza per le molte persone che si sono ritrovate a dover passare la notte ospitate nelle chiese del centro della città, duomo compreso e nella chiesa dei gesuiti di San Michele dove è stata soccorsa una comitiva di 40 turisti.
Il primo ministro della Baviera, Horst Seehofer (Csu), ha parlato dopo l’attacco a Monaco di un brutto colpo per la capitale e per tutta la Baviera: “L’omicidio brutale e disumano riempie di dolore e di orrore tutti noi”.
Seehofer ha aggiunto di essere grato per la solidarietà globale: “Questo dà conforto e forza”.
La presidente della Comunità ebraica di Monaco e dell’Alta Baviera, Charlotte Knobloch, si è detta “sbalordita”. I suoi pensieri si rivolgono alle vittime, ai feriti e le loro famiglie. Knobloch ha ringraziato la polizia e tutti gli addetti alla sicurezza per aver “risposto egregiamente e rapidamente”.
Dopo la fase di shock e orrore a caldo è il tempo di riflettere su “i nostri punti di forza e su quello che possiamo fare ora con la necessità di preservare il nostro stile di vita” ma, allo stesso tempo, per Knobloch, bisogna combattere tutti coloro che “odiano i nostri valori e che vogliono distruggere la nostra libertà e la democrazia”.
Alle drammatiche ore di ieri sera a Monaco di Baviera seguono commenti che ancora non riescono a dare una concreta connotazione al dramma avvenuto nella città tedesca.
“Le parole ‘follia omicida’ e ‘attacco terroristico’ fanno il giro del mondo dopo gli spari al centro commerciale Olympia – ha scritto Florian Ertl, vicedirettore del Münchner Kirchennachrichten, quotidiano telematico dell’arcidiocesi di Monaco di Baviera – Si parla di morti e feriti, immagini da incubo sugli schermi televisivi: centinaia di veicoli della polizia con le sirene in uso, l’elicottero della polizia che gira sopra la capitale bavarese, il sistema di trasporto pubblico bloccato, la stazione principale fermata, una riunione d’emergenza a livello di Stato”.
Ertl si domanda come rispondere adeguatamente in una situazione estremamente complessa con una crisi destabilizzante: “Prima di tutto grazie al personale di emergenza che si è impegnato, non solo questa sera, per il benessere dei cittadini. E al tempo stesso un appello a tutti i cittadini: niente rischi!”.
Il commento del giornalista riporta la riflessione sulla fede: “I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno alle vittime e ai loro parenti. E, anche se è difficile, noi, come cristiani, dovremmo avere in mente sempre le parole di Gesù ‘Non abbiate paura’ come guida e orientamento davanti a messaggi così cupi”.
Ertl ricorda anche le donne al sepolcro di Gesù: “Cosa ha comandato l’angelo alle donne presso la tomba? ‘Non temere’. Certo, non siamo risparmiati così dalle tempeste della vita ma possiamo trarre da queste parole la fiducia e la speranza in Dio. E – conclude Ertl – si tratta di una profonda verità di fede, non di una consolazione a buon mercato”.