BeccoGiallo racconta l'immigrazione ai bambini con il viaggio di Amal
L’immigrazione spiegata ai bambini. Il viaggio di Amal è un albo illustrato che racconta il viaggio di un gatto, un cane, un falco e una capra che, dopo esser scappati dalle proprie terre assieme ai padroni, si ritrovano sullo stesso barcone fatiscente per una traversata piena di insidie.
È uno dei temi che più spacca l’opinione pubblica e, tra proclami politici, reportage giornalistici, notizie false e il lavoro umanitario di tanti volontari e associazioni, l’immigrazione rimbalza di bocca in bocca attraverso frasi fatte e luoghi comuni prima di giungere alle orecchie dei più piccoli che assimilano quanto detto dai grandi. Raccontare ai bambini i temi più delicati dell’attualità è uno sforzo, ma senz’altro un impegno. E allora come si può parlare di migranti, di sbarchi, di accoglienza? Semplicemente attraverso gli animali.
C’è Amal (“speranza” in arabo) la gatta nera come la notte, il cane Giò scodinzolante e di buon umore anche in situazione di precarietà, il falco Alkamar sempre guardingo e una capretta un po’ tonta e senza nome. Fedeli, seguono i loro padroni, scappando dalle bombe, dalle dittature, dalle guerre dove umani provano a prevaricare contro altri umani radendo al suolo case. È un viaggio della speranza, una metafora dolce, ferina e attraente con le numerose vignette colorate ed esotiche, che dipinge la cruda realtà di chi dopo aver toccato terra e messo piede in una nuova vita è legato in un lungo e farraginoso iter burocratico. Anche gli animali, nelle ultime pagine del libro, si ritrovano rinchiusi nelle gabbie, ma c’è un lieto fine e una speranza per i bambini che leggono.
L’immigrazione spiegata ai bambini. Il viaggio di Amal, edito dalla padovana BeccoGiallo, è un albo illustrato che, attraverso i testi di Marco Rizzo e i disegni di Lelio Bonaccorso, racconta il viaggio di quattro animali che si ritrovano sullo stesso barcone malandato ad affrontare una traversata perigliosa e dal futuro incerto.
Entrambi siciliani, i due autori hanno dipinto quattro storie, con sfumature verosimili, provenienti direttamente dalla loro terra: Marco, oltre a essere sceneggiatore di fumetti, è anche un giornalista trapanese che ha raccolto racconti simili nei vari centri d’accoglienza o durante gli sbarchi. Sono storie di chi, costretto a fuggire, dall’oggi al domani, è obbligato a fare una scelta essenziale in pochi istanti: cosa portarsi con sé? Cos’è la cosa più preziosa? «Quella del falco è un episodio realmente accaduto – spiega l’autore Marco Rizzo – Un ragazzo tunisino, durante la primavera araba, è scappato ed è sbarcato a Trapani ed essendo un falconiere, l’unica cosa davvero preziosa per lui era il suo falco». Sulla rotta balcanica, invece, che dalla Siria collega l’Europa attraverso la Turchia e il mar Egeo, spesso si incrociano profughi provenienti dall’Afghanistan e da altri paesi del Medio Oriente che affrontano il cammino con capre e pecore.
Nel libro, gli umani rimangono sempre sullo sfondo, i padroni degli animali non si vedono in volto e le loro emozioni sono filtrate attraverso i loro amici a quattro zampe: «Se avessi raccontato questa storia mostrando le facce – continua Marco – forse sarebbe stato troppo duro e magari avrei allontanato i bambini. È un processo contrario, per esempio, alla fotografia dove la ricerca dei particolari del viso, gli occhi, le rughe creano empatia e sensazioni dirette. Ma vorrei che questo libro possa essere letto nelle scuole così da poter finire nelle mani di quei bambini i cui genitori hanno ancora pregiudizi».