Quest'anno occhi puntati sul turismo sostenibile
“Viaggiatori sulla terra di Dio”. È questo il titolo del messaggio che è stato elaborato dai vescovi italiani – commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia, la pace e la custodia del creato; commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo; commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali – per celebrare la 12a giornata per la Custodia del Creato promossa dalla Conferenza episcopale italiana in occasione del 1° settembre.
Un tema più che mai attuale, dato che in questo nostro tempo, attraversato dai processi di globalizzazione, si viaggia sempre di più anche se per motivi diversi: per conoscere luoghi e culture, per svago e divertimento, per studio e lavoro, per fuggire dalla povertà, dai conflitti, dal degrado ambientale e climatico come racconta la drammatica situazione dei migranti non solo in Italia e in Europa, ma anche nell’America del Nord (Usa e Canada), in Asia e all’interno dello stesso continente africano.
Il turismo, in particolare, rappresenta la principale forma contemporanea del viaggiare come rilevano i dati dell’Organizzazione mondiale del turismo secondo cui nel 2016 solo i viaggi internazionali hanno coinvolto 1,24 miliardi di persone (più 3,9 per cento rispetto all’anno precedente). L’Italia è il quinto paese al mondo per arrivi con 52,6 milioni di persone, in aumento del 3,7 per cento rispetto al 2015, numeri che dal punto di vista economico valgono 70,2 miliardi di euro, pari al 4,2 per cento del Pil italiano, che diventano 172,8 miliardi di euro, cioè il 10,3 per cento del Pil se si aggiunge anche l’indotto.
Il settore turistico contribuisce, dunque, in modo importante all’economia e all’occupazione del paese (sono circa 2,7 milioni i lavoratori nel settore), con ampi margini di miglioramento e di crescita in considerazione della ricchezza del patrimonio naturale, artistico e culturale, ma rappresenta nel contempo un forte fattore di pressione diretto e indiretto nei confronti delle risorse naturali e dell’inquinamento delle principali matrici ambientali: suolo, aria, acqua, rifiuti, energia, natura e biodiversità.
In questa prospettiva, nel loro messaggio i vescovi hanno voluto riprendere in particolare la proposta del turismo sostenibile – va ricordato che il 2017 è anche l’anno internazionale delle Nazioni Unite su questo tema – come
occasione per stimolare una riflessione sull’importanza di agire all’interno di questo specifico ambito che coinvolge aspetti economici, sociali, culturali, spirituali, nella direzione di far crescere quella cultura della cura nei confronti della casa comune che è al centro dell’enciclica Laudato si’ . Il turismo sostenibile è un fenomeno in crescita in Italia e in Europa anche grazie alla progressiva affermazione di politiche attive volte a sostenere scelte imprenditoriali che ricercano una maggiore integrazione tra i processi industriali legati al turismo e gli obiettivi di riduzione del consumo di natura attraverso la rigenerazione e l’efficientamento degli edifici dedicati all’accoglienza e all’ospitalità, lo sviluppo di servizi per una mobilità sostenibile, la lotta allo spreco alimentare e via elencando.
Un contributo indispensabile per far crescere un turismo autenticamente sostenibile è però rappresentato dall’impegno di chi viaggia, che è chiamato ad attuare scelte e comportamenti più rispettosi nei confronti dell’ambiente naturale e delle sue risorse. Un impegno che richiama con forza il ruolo delle comunità cristiane chiamate a quella “conversione ecologica” che, come ci ricorda papa Francesco, è fatta di piccoli gesti quotidiani che spezzano la logica della violenza, dello sfruttamento, del consumo esagerato nella vita di tutti i giorni, così come nella scoperta dei luoghi e delle culture delle realtà visitate durante un viaggio.
Matteo Mascia
coordinatore progetto Etica e politiche ambientali fondazione Lanza
membro del Gruppo custodia del Creato della Ce