Il terremoto non cancella la bellezza più vera di Norcia
Don Luca Facco, direttore di caritas Padova, racconta la sua esperienza nel campo Caritas nazionale a Norcia tra le comunità e le persone colpite dal terremoto dello scorso anno.
Nei primi giorni di maggio, ho scelto di andare a fare un’esperienza di volontariato a Norcia, ospite del campo Caritas, a contatto con la gente colpita gravemente dal terremoto.
Non ho potuto visitare le bellezze artistiche, basti pensare che tutte le chiese di Norcia sono crollate, ma in questi pochi giorni ho potuto visitare e incontrare la bellezza delle persone e nelle persone di Norcia. Sono stato profondamente colpito dalla bellezza degli occhi delle persone che ho incrociato con lo sguardo, quando siamo andati a consegnare nelle loro case un semplice pacco di viveri ad alcune famiglie più in difficoltà.
Ho avuto l’occasione di incontrare occhi ricchi di dignità, semplicità, persone umili e miti. Ho potuto ascoltare i racconti di quegli attimi e istanti del terremoto, asciugare qualche lacrima di sofferenza e condividere una semplice preghiera. Era commovente ascoltare i racconti di vita dietro ai volti di tante famiglie.
Mi ha accompagnato Feliciana, una volontaria della parrocchia, e ho molto apprezzato il suo stile discreto, delicato e attento. A Norcia ho incontrato persone che avevano la loro casa distrutta e tanti problemi familiari; ma, nonostante tutto, mi ha commosso la loro modalità di prendersi cura e di interessarsi di altre persone e altre famiglie, della loro comunità, che in questi momenti difficili mostrano più fragilità di loro.
Ho nuovamente apprezzato la tipicità e peculiarità dello stile Caritas: i volontari non si impongono e non portano la “salvezza” dall’esterno, ma “potenziano e valorizzano” il capitale umano e spirituale già presente nella comunità. Ho partecipato all’incontro tra il direttore della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia e i volontari della Caritas parrocchiale di Norcia per l’apertura di un centro di ascolto all’interno del centro di comunità.
Lì ho apprezzato il desiderio della comunità di Norcia di interessarsi delle persone povere presenti per potersene prendere cura, mettendo in moto le risorse già presenti all’interno della loro stessa comunità. Ho conosciuto Carla, una laica consacrata che con cura e delicatezza porta avanti la vita ordinaria della comunità, dei gruppi giovanili e dell’oratorio. Ringrazio e porto nel cuore i sacerdoti della Pievania con cui abbiamo meditato il vangelo della domenica e il desiderio di condividere come essere pastori a servizio della propria gente in questo momento e in questa situazione.
È stato un grande dono ascoltare le domande e le riflessioni dei parroci alla luce dell’esperienza del terremoto: che cosa possiamo imparare da questa esperienza? Come essere pastori tra la gente? In particolare desidero ringraziare don Marco, il parroco di Norcia, che mi ha aiutato a percepire il valore della normalità e della quotidianità portandomi con lui in una famiglia a preparare un battesimo.
Poi ho potuto apprezzare e conoscere don Antonio, una enciclopedia vivente, prete felice che a 87 anni riesce a trasmettere a tutti la sua grande umanità e vita spirituale. Ho potuto ammirare in questi pochi giorni la bellezza di Rinaldo e Francesca, marito e moglie che gratuitamente per conto di Caritas Umbria stanno gestendo il campo. Ho potuto ammirare lo stile con cui stanno accogliendo e accompagnando i volontari, lo stile attento e discreto con cui si sono inseriti dentro questa comunità e come sono diventati un punto di riferimento per le tante e diverse famiglie di Norcia.
Ringrazio il Signore per la grazia che ho ricevuto in questi giorni all’interno del campo, per lo stile fatto di lavoro, spazi di silenzio e preghiera, scambi di pensieri e riflessioni, condivisione nei momenti del pranzo e della cena. Porto nel cuore l’immagine di Serena, la bimba che è stata accolta dalla comunità cristiana e ha ricevuto il sacramento del battesimo durante la celebrazione domenicale. I suoi occhi grandi e sereni dicono ed esprimono la forza e la tenacia della vita, che è più forte di ogni terremoto. Alla fine, sento di aver fatto una visita artistica più che un’esperienza di volontariato e servizio... perché in quei luoghi ho potuto ammirare e contemplare nei volti e negli occhi delle persone la bellezza della vita. Grazie Norcia.
don Luca Facco, direttore di Caritas Padova