È stato un anno in chiaroscuro per l’agricoltura del Veneto
Presentato il rapporto congiunturale sullo stato dell’agricoltura veneta. Anche se in flessione, il comparto agricolo vale 5 miliardi e mezzo di euro e conserva un’importanza strategica per l’economia regionale. Per il 2016, prevista una ripresa degli investimenti a frumento tenero e duro e orzo. Sugli stessi livelli del 2015 le superfici a barbabietola da zucchero e soia con diminuzione del mais.
È stato presentato a Legnaro nella sede di Veneto agricoltura – che dopo la messa in liquidazione è destinata a diventare la nuova Agenzia veneta per l’innovazione del settore primario, alla cui guida è stato nominato Alberto Negro – il puntuale rapporto congiunturale sullo stato dell’agricoltura veneta.
Una ponderosa raccolta di dati sulle produzioni agricole, successivamente elaborati, che il settore economia mercati e competitività di Veneto agricoltura realizza ogni anno allo scopo di fornire informazioni e numeri sui risultati economico-produttivi dell’agroalimentare della nostra regione.
Un quadro d’insieme per illustrare il valore complessivo della produzione lorda agricola veneta, che per il 2015 è stimato in 5,5 miliardi di euro con una flessione, rispetto al 2014, del 2,2 per cento.
Un risultato che, secondo le analisi presentate nei giorni scorsi a Veneto agricoltura, è stato determinato dal calo di produzione e di prezzo delle principali colture erbacee e dalla flessione del settore zootecnico, dovuta, in particolare, al ribasso delle quotazioni del latte.
Di contro, ha influito in senso positivo soprattutto l’incremento di produzione e di prezzo dei prodotti vitivinicoli.
«Le luci e le ombre del settore agroalimentare regionale traspaiono chiaramente dai dati elaborati da Veneto agricoltura – ha esordito l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan – Un esempio su tutti: se da una parte il comparto del vino vola, sia sotto il profilo della produzione che dell’export, altri settori, in primis quelli della zootecnia e dell’ortofrutta, per motivi diversi, evidenziano notevoli sofferenze».
«La regione – ha ricordato Pan – sta facendo la sua parte, non perdendo mai di vista gli obiettivi principali, quali la redditività delle imprese agricole, la loro innovazione, il ricambio generazionale che, grazie al nuovo Programma di sviluppo rurale 2020, stiamo cercando di rafforzare».
L’obiettivo, dunque, è quello di innovare a tutto tondo come del resto è stato confermato anche dalla nomina del direttore generale di quella che, smessi i panni di Veneto agricoltura, diventerà l’Agenzia veneta per l’innovazione del settore primario (Avisp).
Alberto Negro, ingegnere con lunga esperienza nel settore privato, avrà il compito di guidare la nuova istituzione nell’essere sempre più al servizio dell’innovazione dell’impresa agricola veneta. Una sfida cruciale, tanto più se si considera che proprio dalla lettura del rapporto emerge quanto nell’agroalimentare veneto, alla difficoltà di un’area che possiamo chiamare “ tradizionale”, si contrapponga ormai un’area sempre più ampia e giovane. Più dinamica, più performante e con al vertice il settore vitivinicolo, che più di altri è caratterizzato da una forte capacità di innovazione.
Nel 2015 infatti il numero di imprese agricole risulta di 64.950 aziende, con un dato negativo pari al meno 1,6 per cento rispetto al 2014. Qualcosa però, evidenziano le elaborazioni del rapporto congiunturale di Veneto agricoltura, sta cambiando e si confermano infatti in crescita le imprese agricole costituite nella forma di “società di persone”, che registrano un più 1 per cento, e ancor più quelle in forma di “società di capitali”, che aumentano del 4,6 per cento e che, insieme alle prime, rappresentano il 15,5 per cento del totale delle aziende agricole regionali.
Le previsioni per il 2016
Se i dati 2015 dell’agroalimentare del Veneto sono importanti, altrettanto significative sono le prime indicazioni raccolte presso gli operatori locali sulle intenzioni di semina per la nuova annata agraria. In particolare evidenziano una ripresa degli investimenti a frumento tenero e duro e orzo, rispettivamente in crescita del 10/15, 50 e 10 per cento.
Sugli stessi livelli del 2015 le superfici a barbabietola da zucchero e soia con diminuzione del mais. I settori vitivinicolo e frutticolo stanno risentendo dell’anomalo meteo di maggio e giugno, con basse temperature e piovosità elevata.
Al momento attuale, come presentato da Veneto agricoltura a Conegliano in uno specifico incontro del Trittico vitivinicolo, si prevede un inizio vendemmia posticipato al 25-30 agosto per le varietà più precoci e una produzione di uva inferiore rispetto al raccolto del 2015.