L’antica vaporiera è ritornata a casa
L’associazione Società Veneta Ferrovia ha restaurato una locomotiva del 1916 e altri 13 vagoni merci e passeggeri: sono il cuore di un progetto di recupero dell’ex area ferroviaria doganale di Primolano, avviata a diventare polo turistico.
Torna a sbuffare il fumaiolo della vecchia locomotiva 800.001.
Lo fa in Val Brenta, nell’area della ex dogana di Primolano (Cismon del Grappa), una stazione che fu di capitale importanza fino al periodo della grande guerra perché era quella di confine tra il Regno d’Italia e l’impero austroungarico.
Qui i convogli arrivavano, si cambiavano i treni, si controllavano merci e documenti: vi lavoravano centinaia di persone.
Qui sta sorgendo, grazie alla passione e alla tenacia dell’associazione Società Veneta Ferrovia e alla lungimiranza degli enti pubblici e privati che stanno dando loro fiducia, un centro unico in Italia e destinato, se si rispetteranno le attese, a fare da apripista per iniziative simili: la Ferrovia turistica Valsugana-Valbrenta, un vero museo ferroviario a cielo aperto, e l’istituzione di un servizio turistico con locomotiva a vapore e carrozze d’epoca.
Sulla carta, un’eccellenza turistica tale da trainare, anche grazie all’intersezione con diverse linee cicloturistiche, tutta la vallata. Queste le prospettive: ma partiamo dalla fine.
Lo scorso 28 marzo è arrivata a Primolano la storica vaporiera 800.001 costruita dalle officine Breda di Milano nel 1916.
«Si può dire che è ritornata a casa – racconta Pierluigi Scoizzato, presidente dell’associazione – perché fu in servizio nel 1918-19 proprio su questa linea. E possiamo dire che tutto sia nato da lei: nel 2005 Dino Marchiorello, proprietario delle Officine Cittadella, contattò un gruppo di amici che sapeva appassionati di ferrovie e gliela donò perché trovassero il modo di conservarla. A questo scopo nacque l’associazione, denominata Società Veneta Ferrovia in omaggio alla storica società ferroviaria regionale, che ha lo scopo di preservare la cultura ferroviaria italiana. Conoscevamo già il sito di Primolano e qualcuno di noi era già venuto a vederlo nel 2003 sognando di ridargli nuova vita: ci è sembrato il posto perfetto per la vaporiera».
Il progetto dell’associazione, costruito negli anni, non si è limitato a cercare una casa per lo storico mezzo ma è stato pensato per avere un impatto sul territorio.
Nasce infatti dalla tesi di laurea in architettura dello stesso Scoizzato. «Quando ho chiesto la tesi, nel 2006 – rivela – proponendo di occuparmi del sito di Primolano, il prof. Michieletto mi ha proposto di non limitarmi al progetto di restauro ma anche di studiare il territorio ipotizzando uno sviluppo turistico legato al treno. Così ho fatto e il lavoro sulla Val Brenta e i contatti con chi ci opera si sono rivelati in seguito molto preziosi. Ci sono troppi esempi di ipotesi di ferrovie turistiche senza un vero studio preliminare che non hanno avuto mai un seguito».
Primolano appariva sempre più come un luogo perfetto per la motrice a vapore: aperto nel 1910, il sito disponeva, oltre che della rimessa con due binari coperti, anche di una piattaforma girevole di provenienza austriaca e di una colonna dell’acqua.
Il sito comprende anche numerosi alloggi per il personale e servizi per i passeggeri, che qui spesso dovevano sostare a lungo per le formalità burocratiche.
Nel 2009 l’associazione, grazie all’interessamento dell’allora direttore compartimentale Tonino Perrone, ottenne in comodato d’uso per due anni da Rfi (Rete ferroviaria italiana) tutto il sito ferroviario di Primolano: poterono iniziare così, da parte dei volontari, i lavori di pulizia e soprattutto disboscamento di un’area ormai invasa dagli arbusti.
L’anno dopo la vaporiera poté trovare ricovero nella rimessa. Ma era solo l’inizio...
Nel 2011 anche il sindaco del Comune di Cismon del Grappa, Luca Ferazzoli, comprende la portata del progetto e lo fa proprio, partecipando a un bando regionale (fondi Odi) che finanzia i comuni veneti di confine: viene finanziato in toto per 1,8 milioni di euro.
Ottenuta nel 2013 da Rfi la disponibilità dell’area per 25 anni, il comune può finalmente partire con i lavori l’anno dopo: il restauro della rimessa (il cui progetto è stato seguito fin dall’inizio dal consigliere dell’associazione, l’architetto Carlo Pellegrini), la riqualificazione e ampliamento dei binari, la revisione generale della locomotiva, effettuata dall’officina Lucato Termica di Castelletto Monferrato, delle due carrozze e dei due carri merci storici.
Nel frattempo infatti, tra donazioni e acquisti, il numero dei veicoli è salito a 13: tre carrozze passeggeri e dieci carri merci, tutti datati tra gli anni Venti e Trenta, alcuni rarissimi, e tutti oggi di proprietà dell’associazione.
«I rotabili che comporranno il treno storico-turistico saranno tutti revisionati e rimessi a nuovo – precisa Federico Rigobello, vice presidente e responsabile tecnico per i veicoli dell’associazione – non solo dal punto di vista estetico ma anche da quello meccanico, pronti per tornare a circolare».
I lavori per il piano del ferro sono stati curati dalla ditta Angelo Mazzi, e dall’impresa edile Sace per le opere relative all’edificio.
«Tutte le operazioni di revisione del treno – tiene a precisare il presidente Scoizzato – oltre a quelle dell’edificio e del piano del ferro (binari) della Rimessa di Primolano sono state coordinate, a titolo gratuito, dai volontari della nostra associazione, che ha inoltre ha redatto il progetto del restauro del treno e della Rimessa locomotive e collaborato, sempre a titolo non oneroso per il comune e la comunità, al progetto del nuovo piano del ferro, redatto da uno studio di progettazione di Verona e avvallato da Rfi, proprietaria dell’area».
Il bando Odi finanziava anche un ultimo, fondamentale, stralcio: quello relativo alla sistemazione della tratta di pista ciclabile in comune di Valstagna, verso le grotte di Oliero.
Un tassello importante per rendere turisticamente appetibile e fruibile la zona. Il tratto Bassano-Trento è infatti una delle ciclabili dalle maggiori prospettive, inserita com’è nel lungo percorso tra Venezia e Monaco, che ha un potenziale turistico molto elevato. Inoltre, per la zona passano anche le ciclabili da Enego e dal Feltrino, collegando l’altopiano di Asiago da una parte e la Valbelluna dall’altra.
Si potrà dunque arrivare a Primolano in treno e proseguire sulle ciclabili, oppure arrivare qui in bici e salire sul treno storico.
Il treno funzionerà – forse tra un anno, superati gli ultimi scogli burocratici e dopo le necessarie corse prova per la messa a punto del servizio – inizialmente solo lungo la tratta messa in funzione nel 1910 dalla Società Italiana Ferrovie Valsugana, ovvero la Bassano-Primolano, ma c’è già l’interessamento della Provincia di Trento per arrivare fino alla città del Buonconsiglio.
Il convoglio sarà quindi composto dalla locomotiva e da due carrozze d’epoca; vi sarà la possibilità di agganciare i due carri merci atti al trasporto delle bici. Per completare l’opera l’associazione prevede di allestire anche un museo in una delle tre sale d’aspetto della stazione, all’epoca destinate alla prima, seconda e terza classe.
La gestione turistica dell’area dovrebbe essere data a una cooperativa locale, quella dei treni sarà a carico della Sistemi territoriali spa, lontana pronipote della “Veneta”, ovviamente sempre con la collaborazione dell’associazione.