Agli Eremitani, note più intime con la "Musica nel chiostro"
"Musica nel chiostro", la rassegna ai musei civici agli Eremitani promossa dalla fondazione musicale Masiero e Centanin di Arquà Petrarca, offre altri tre appuntamenti di mercoledì con la musica classica meno nota perché eseguita con strumenti insoliti (10, 17 e 24 giugno).
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Torna ai musei civici agli Eremitani di Padova “Musica nel chiostro”, appuntamento tra i più raffinati del panorama cittadino, promosso dalla fondazione musicale Masiero e Centanin di Arquà Petrarca.
Inaugurata mercoledì 3 giugno, la rassegna propone altri tre concerti, tutti i mercoledì fino al 24 (ingresso 5 euro). Ad animare le serate sono gli artisti, per lo più padovani, che ruotano intorno alla fondazione e che il pubblico più affezionato ha imparato a conoscere e apprezzare nelle scorse edizioni. C’è, infatti, la famiglia Angeleri al completo: Giovanni, protagonista con il suo archetto funambolico che gli è valso il premio Paganini 1997, papà Franco e mamma Micaela Mingardo, alla tastiera in duo e come solisti. Con loro, altri musicisti con cui Giovanni Angeleri vanta collaborazioni di lunga data.
«I concerti al museo sono sempre un’esperienza particolare, un’occasione preziosa per fare musica che vivo ogni anno con grande gioia – confessa Giovanni Angeleri – Il luogo, gli Eremitani, è bellissimo. Suonare in una pinacoteca mi trasmette un’emozione diversa rispetto a un normale auditorium, e credo che lo stesso valga anche per gli ascoltatori. Essere circondati da antichi dipinti permette di entrare in un’altra dimensione. Non solo l’udito, ma anche la vista è stimolata, e questo è un po’ come salire su una macchina del tempo e tornare nel passato: un viaggio che, a mano a mano che si viene accompagnati dalla musica, diventa sempre più un percorso di approfondimento interiore. Negli ambienti del museo, poi, pubblico ed esecutori stanno più vicini, fisicamente ed emotivamente. Si crea una maggiore intimità, un rapporto più diretto e, anche se non ci si parla, tutti riescono a percepire il bello di questo modo di stare insieme».
I tre concerti a venire sono accomunati dal fatto di proporre composizioni che rappresentano autentiche gemme nel catalogo dei rispettivi autori e, tuttavia, dal vivo si ascoltano molto meno di quanto meriterebbero perché scritte per combinazioni strumentali insolite. Qui, invece, ogni appuntamento si caratterizza per l’alternanza degli strumenti via via protagonisti, circostanza che ha permesso di impaginare programmi singolari e gustosi. La serata del 10 giugno, coronata dal celeberrimo Quintetto op. 44 di Schumann, propone nella prima parte due brani di Mozart (Concerto per piano k 107 tratto da una sonata di J.C. Bach) e Boccherini (Sinfonia op.4 n.5) che, nella scrittura per due violini e violoncello – senza dunque la “canonica” viola – sono esemplificativi di quello stile, agile e brillante, di passaggio dal barocco al classicismo, caratterizzato da armonie leggere e idee vivaci.
Il concerto di mercoledì 17 giugno sarà interamente dedicato al Paganini meno noto della musica da camera con mandolino e chitarra: «Il virtuoso genovese suonava quest’ultima in casa, quando si dilettava con gli amici. Tra i vari brani che si ascolteranno – sonate, serenate e duetti – segnalo il conclusivo quartetto per archi e chitarra. È un’opera salottiera, ricca di frasi cantabili e conclusa da un brillante moto perpetuo, ma di forte impegno compositivo, di ampie dimensioni, con armonie ricercate che in certi passi ricordano perfino un autore agli antipodi come Schubert».
Anche l’ultimo appuntamento del 24 giugno permetterà di ascoltare alcune perle, “penalizzate” dall’organico desueto per cui sono scritte: «La fantasia per violino e arpa di Saint Saens ha pochi eguali in questa combinazione e rivela un lato sorprendente, più profondo e sperimentatore, del compositore francese. La sonata per due violini di Prokofiev è, semplicemente, un capolavoro del Novecento». Info: www.fondazionemusicale.it