Venerdì la Veglia di invio, cuore del mese missionario
Sarà il cuore del mese missionario. La veglia di invio di venerdì 20 ottobre (alle 21 in Cattedrale) vedrà ancora una volta il vescovo consegnare la croce missionaria a tutti i sacerdoti e laici in partenza per un’esperienza che incarna lo scambio tra chiese.
Venerdì 20 ottobre alle 21 torna ancora una volta la veglia di invio che, assieme alla Giornata missionaria mondiale di domenica 22, rappresenta il cuore dell’ottobre missionario.
Lo slogan che caratterizza il mese missionario per eccellenza è “La messe è molta e grida”.
E la messe, dunque, sono i popoli del mondo che lanciano il loro grido di denuncia di situazioni di abbandono, di guerra, di oppressioni ma anche grida di aiuto, di invito a cercare assieme quel volto di Cristo che si rivela ogni giorno in ogni uomo e donna di buona volontà.
La prima chiamata che arriva a noi è di un Dio che fa sue le grida di tanti popoli che vogliono imparare e conoscere e far esperienza di fraternità, che vogliono far famiglia con tutti noi.
La veglia di invio, infatti, è un momento di grazia speciale perché ci porta a vivere e condividere la missione della chiesa di Padova in tutto il mondo con l’unico scopo di fare esperienza di famiglia con gente di ogni continente. È una missione sempre in uscita, secondo lo stile che ci ha regalato papa Francesco; è la missione inter gentes, cioè tra i popoli.
Se prima la veglia di invio richiamava a una chiesa madre, Padova che inviava i suoi figli in qualche angolo del mondo per evangelizzare, convertire, aiutare, soccorrere i malati e promuovere sviluppo, in questi ultimi anni la veglia di invio è diventata un momento per dire grazie a Dio per coloro che partono ma anche per coloro che sono inviati alla nostra chiesa per condividere la gioia della loro fede.
È bella e evangelica quella chiesa capace di ringraziare il Signore per chi parte e lo benedice per quello che ha operato nella vita dei missionari che ora rientrano in diocesi per continuare ad arricchirla con i doni ricevuti in altre terre e in mezzo ad altri popoli.
Parteciperanno infatti anche quest’anno coloro che sono rientrati dalle missioni ad gentes, tanti religiosi e religiose e fidei donum che certamente ci daranno una mano per recuperare e rinfrescare la vita delle nostre comunità cristiane qui in Padova.
A partire, tra gli altri, ci saranno don Mattia Bezze destinato alla chiesa di San Jacinto de Yaguachi in Ecuador e don Giuseppe Cavallini destinato alla chiesa di Roraima, in Brasile.
Ringraziamo in particolare padre Alejandro Solalinde, che sarà tra noi per condividere la sua lotta contro il narcotraffico che insanguina le strade del Messico e di tutta l’America.
E poi il gruppo Rinascita, nato dai richiedenti asilo ospitati nelle basi di Cona e Bagnoli, che hanno scelto di farsi missionari tra le nostre case e le nostre piazze e animeranno la veglia.
Dio chiama tutti in molti modi, ma la Scrittura ci insegna che lui preferisce arrivare a noi attraverso il grido degli ultimi, dei poveri (Es.3): sono loro che gridano a Dio e che Dio ci invita ad ascoltare; questo significa diventare discepoli missionari.