San Tommaso di Albignasego. Chierichetti: vesti benedette, incontri e ritrovi
Nuovo corso per il gruppo dei chierichetti. A San Tommaso la benedizione delle vesti e ora un incontro settimanale e un ritrovo mensile.
Sembrano dei piccoli angeli nelle loro vesti candide, durante la celebrazione della messa si muovono con discrezione attorno al sacerdote prestando il loro prezioso supporto. Sono chiamati comunemente chierichetti, diminutivo di chierico che in latino significa "parte eletta di una comunità". Ma il loro nome è anche "ministrante", da ministrans – ministrare, servire.
La parrocchia di San Tommaso ad Albignasego ha riservato loro un’attenzione particolare per presentarli alla comunità e mettere in evidenza il valore del loro ruolo. Sabato 13 gennaio durante la messa vespertina, si è tenuto il rito della benedizione della veste. Una dozzina di ragazzi tra maschi e femmine, di età compresa tra i sette e i dodici anni, ha ricevuto la veste benedetta dal sacerdote, simbolo di purezza e segno del ministero attorno all’altare. Tra loro alcuni provenivano da un’esperienza precedente mentre altri indossavano per la prima volta la veste. Il loro compito futuro sarà quello di presenziare alle messe della domenica e durante le solennità. Il rito si è concluso con la benedizione dei giovani da parte del sacerdote.
Promotore della cerimonia è don Fabio Casotto giovane prete, cappellano da qualche mese nella parrocchia di Albignasego.
«Il rito è servito per segnare un impegno davanti alla chiesa per il servizio che i ragazzi svolgono – spiega - Servizio fatto in virtù dello stare insieme, di trovare dei giovani che stanno crescendo. Il gruppo chierichetti in questa parrocchia c’è sempre stato ma abbiamo voluto investire più attenzione su di loro, prevedendo regolari incontri settimanali e un ritrovo mensile».
Dopo il rito della vestizione, i ragazzi hanno concluso la serata attorno a un tavolo cenando insieme ai sacerdoti e alle loro famiglie.
«Cerchiamo di investire anche sui genitori – prosegue don Fabio – è stato bello perché non tutti si conoscevano, è un modo per creare relazioni. Relazioni che creano comunità e si cresce attorno all’altare».
Il parroco don Sandro De Paoli auspica che in futuro possano esserci ministranti anche più grandi, adolescenti e giovani, che si impegnino nel ministero liturgico, sottolineando il dono della domenica e cogliendo l’occasione per una crescita cristiana e comunitaria.