Nicola Cauzzo, una vocazione sospesa tra «dono e mistero»
Nicola Cauzzo, 24 anni, di Limena, in cammino verso il presbiterato, ha iniziato a pronunciare il suo “eccomi” frequentando a Rubano il Gruppo Davide, percorso vocazionale per gli adolescenti della diocesi. Sabato 28, alle 16 in cattedrale, sarà ordinato diacono dal vescovo Claudio.
Sabato 28, alle 16 in cattedrale, il vescovo Claudio ordinerà sette nuovi diaconi: Nicola Cauzzo, alunno del seminario maggiore vescovile; Stefano Bertocco, Mauro Franceschini, Tiziano Lando e Siro Zavagnin, candidati al diaconato permanente; Antonio Biasiotto e Andrea Bottaro, dei frati minori conventuali.
L’ordinazione diaconale introduce alla comunione sacramentale con il vescovo, i presbiteri e i diaconi e consacra al servizio del vangelo, dell’altare e dei poveri.
Essa insegna a vedere nello spirito di servizio la forma autentica dell’autorità cristiana, a immagine di Cristo, che è venuto per servire e non per essere servito.
All’inizio della liturgia di ordinazione gli ordinandi diaconi verranno chiamati per nome: il loro “eccomi” racchiude la risposta che essi danno al Signore, dedicandogli tutta la loro vita.
Nicola Cauzzo, 24 anni, di Limena, in cammino verso il presbiterato, ha iniziato a pronunciare il suo “eccomi” frequentando a Rubano il Gruppo Davide, percorso vocazionale per gli adolescenti della diocesi.
Nel 2010, in quarta superiore, decide di entrare in seminario minore e successivamente, nel 2012, di continuare il suo discernimento in seminario maggiore.
«Il sogno di Dio per la mia vita, la vocazione – spiega Cauzzo – è un “dono e mistero”: dono perché l’ho ricevuto dall’amore gratuito di Dio, senza meritarmelo; mistero perché non l’ho ancora compreso del tutto e sono ancora in cammino. Questo sogno è legato a esperienze ben precise e a persone che hanno fatto da “intermediari”: la mia famiglia prima di tutto, poi gli educatori che mi hanno accompagnato, i laici e i presbiteri, che ho incontrato nella mia parrocchia di origine, in seminario e nelle parrocchie dove ho svolto il servizio pastorale (Bovolenta, Mejaniga di Cadoneghe)».
Durante la liturgia d’ordinazione il vescovo chiederà agli ordinandi di impegnarsi a vivere il loro ministero con carità e umiltà, in aiuto all’ordine sacerdotale e al servizio del popolo cristiano, di custodire e annunciare il mistero della fede con coscienza pura, secondo il vangelo e la tradizione della chiesa, di essere pronti a vivere il celibato e adempiere fedelmente alla preghiera della liturgia delle ore per il popolo di Dio.
«Questi mesi che mi stanno preparando all’ordinazione diaconale – aggiunge il seminarista – sento forte un senso di gratitudine al Signore per le meraviglie che continua a compiere nella mia vita, nonostante le mie fragilità e i miei limiti. Percepisco anche il desiderio di scorgere come la volontà del Signore si esprima soprattutto nella vita spirituale, nella celebrazione dei sacramenti, nella carità, nelle relazioni e nella pastorale».
Al cuore del rito di ordinazione, l’azione dello Spirito Santo consacrerà diaconi i sette ordinandi, rendendoli immagine di Gesù servo attraverso il segno visibile dell’imposizione delle mani – che il vescovo compirà senza dire nulla – e della successiva preghiera di ordinazione.
I diaconi saranno rivestiti infine delle vesti liturgiche diaconali, stola e dalmatica, dai parroci delle loro comunità cristiane di origine. Riceveranno quindi, dalle mani del vescovo, il libro dei vangeli di cui sono divenuti annunziatori.
«L’aspetto del diaconato che mi interpella di più è la chiamata a essere servo. Sento che il Signore mi chiede essere simile a lui, capace di amare fino alla fine, fino al compimento. Quest’anno vivrò il ministero nell’unità pastorale di Agna, Borgoforte, Frapiero e Prejon: mi piacerebbe anzitutto entrare in punta dei piedi in queste comunità, per mettermi al loro passo affinché possiamo crescere insieme».