Musica "padovana" per l'inno del viaggio di papa Francesco in Ecuador
C'è un padovano tra gli autori dell'inno che ha accolto papa Francesco in Ecuador. È don Giampaolo Assiso, fidei donum alla guida della parrocchia nel quartiere dell'Arbolito a Duran, periferia di Guayaquil. Il testo l'ha scritto il vescovo della diocesi di San Jacinto de Yaguachi, Anibal Nieto, e la musica è del "nostro" don Giampaolo. Che non ha solo composto l'inno, ma l'ha anche cantato davanti al papa.
Il viaggio di papa Francesco in Ecuador si è concluso l’8 luglio, ma ancora risuona l’inno ufficiale: Bienvenido santo padre. Che porta la firma anche di un fidei donum padovano, don Giampaolo Assiso.
«È stata una sorpresa – spiega il missionario, che è parroco nel quartiere dell’Arbolito a Duran, periferia di Guayaquil – quando il 14 marzo scorso il vescovo della diocesi di San Jacinto de Yaguachi, Anibal Nieto, mi ha inviato questa mail: “Caro Giampaolo, queste sono le parole dell'inno, lasciati ispirare, grazie e un abbraccio”. Me le sono stampate e le portavo con me, per pensarci su e provare delle melodie. Nella mia parrocchia di Duràn, non c’è solo una zona urbana popolatissima (15 mila abitanti), ma seguo anche delle comunità in campagna, nelle quali mi sposto viaggiando in auto anche per lunghi tratti. In questi percorsi in mezzo a una splendida natura ho immaginato una melodia. E quando una mi piaceva, la registravo sul cellulare. Così, proprio un venerdì di quaresima, mentre andavo nel villaggio de las Carmelas per celebrare la via Crucis, ho registrato quattro versioni che mi hanno ispirato. La stessa notte ho iniziato a scrivere con ordine, aiutato da un software gratuito, non avendo qui una tastiera personale. Lì ha preso forma l’inno. Mi ricordo che ho registrato al pc, suonando la chitarra e cantando a bassa voce, per non svegliare gli altri due sacerdoti che dormono nella mia stessa canonica, don Daniele Favarin e don Mauro Da Rin Fioretto».
Don Giampaolo Assiso non ha solo composto la musica dell’inno – «non avendolo mai fatto prima, anche se mi piace cantare e suonare chitarra e tastiera… oltre che inventare falsetti, seconde o terze voci, mentre altri cantano la parte principale» – ma l’ha anche cantato lunedì 6 luglio davanti a papa Francesco e a circa un milione di persone nel parco di Guayaquil. «Sono ancora emozionato per questo evento, che non è solo personale, ma nel quale sento tutti coinvolti e vicini a me, parrocchiani dell'Arbolito e preti e amici della diocesi di Padova. È un inno che esprime la grande stima e apprezzamento per papa Francisco. Per me, si tratta di un semplice inno come il nostro papa è semplice, si tratta di un inno spontaneo come il nostro papa è spontaneo, è un inno di gioia come il nostro Papa è gioioso. È stato un onore dare voce al popolo ecuadoriano per esprimere il benvenuto più accogliente al papa. È un onore per me che non sono ecuadoriano ma italiano. Amo questo inno, scritto con il mio vescovo, perché esprime quello che sento quando penso al papa: “Benvenuto santo padre, messaggero del Signore. Ecuador apre le sue porte al pastore del gregge di Dio. Portaci al vangelo per la grazia dell'amore”. Auguro a tutti gli ecuadoriani e a tutti gli uomini di aprire le porte del loro cuore a ricevere il messaggio profondo del pastore del gregge di Dio».