Legionari di Cristo. A Busa di Vigonza, il fratello Stefano Panizzolo diventa diacono
Il giovane di Corte di Piove di Sacco viene ordinato dal vescovo Claudio nella parrocchia di Busa di Vigonza dove da tre anni risiede una comunità di sei legionari d Cristo che accompagna emozionata Stefano in questo passaggio così importante. La laurea e il fidanzamento, la lotta contro il cancro e il rischio concreto di perdere la mamma. E poi la sorella Lisa, nata con una grave disabilità psichica divenuta nel tempo strumento privilegiato di amore. Una storia scritta a quattro mani, da Stefano e dal Signore.
«Davvero è tutta qui la vita?».
Quella domanda che riecheggiava nella mente del fratello Stefano Panizzolo già alla fine della sua adolescenza sta per trovare una risposta definitiva. No, la vita non è solo festa, amici, discoteca e ragazze – come per molti ragazzi dei nostri giorni – È anche sete di infinito, il Signore Gesù al centro e un atteggiamento di ricerca mai sopito alla base delle svolte che ha conosciuto la storia di questo giovane di Corte di Piove di Sacco, membro dei Legionari di Cristo, che sabato 1° luglio alle 17 viene ordinato diacono a Busa di Vigonza dal vescovo Claudio Cipolla.
Un fulmine a ciel sereno
«La mia è una storia scritta a quattro mani con il Signore – riconosce Stefano – La sua chiamata è stata per me un fulmine a ciel sereno: non l’ho cercata, non era il mio sogno e nemmeno nelle mie prospettive».
Una laurea in architettura a pieni voti, un fidanzamento lungo cinque anni che prometteva un matrimonio imminente e soprattutto un’idea di prete come di uno «sfigato», che magari aveva ripiegato sul sacerdozio perché incapace di realizzarsi in altri campi. Una sorta di muro “antivocazionale”, sul quale però andavano da tempo aprendosi delle crepe.
La prima a 18 anni, durante un pellegrinaggio a Medjugorie: «Non avevo nessuna voglia di andare, ma si è rivelata un’esperienza di preghiera profonda che mi ha regalato risposte a molte domande». Da quel momento il Signore ha un posto speciale nella vita di Stefano. Comincia a frequentare un gruppo di preghiera il venerdì sera (quello che oggi è la Domus familiae) e lo sconvolgimento è doppio. Il rosario da scialba pratica per vecchiette si trasforma in mezzo potente in grado di unire una quarantina di giovani in preghiera. E poi il primo legionario di Cristo: un sacerdote che ribalta i pregiudizi di Stefano.
La svolta
Il carisma dei Legionari, fondato sull’apostolato, ha un’attrazione formidabile: «Poter essere missionario e apostolo per Gesù era la mia vocazione – commenta – Ci voleva solo qualcuno che la esplicitasse». È il 2002, Stefano ha 22 anni e l’estate tra Colonia per la Gmg, New York e il Messico (un mese con i poveri e i giovani universitari) gli dispiega la bellezza della fede e del servizio gratuito per gli altri.
Stefano cresce accanto alla sua fidanzata: «Una scuola di amore che mi ha aiutato ad abbassare molti muri e a rileggere la relazione con mia sorella Lisa, di tre anni più grande di me, nata con una disabilità mentale grave. Da condizionamento, Lisa è diventata strumento privilegiato di amore».
Dopo la laurea un anno a Roma, in una comunità legionaria per provare a ripagare il Signore di tutto quanto ricevuto. L’estate successiva, è il 2007, arriva la vera svolta: «Ero a un corso di esercizi spirituali e ho percepito chiaramente la Chiamata. Ho aperto il cuore al Signore, sentivo che non potevo anteporre i miei “paletti” alla sua volontà. Mi chiedeva che cosa fossi disposto a dare: la risposta non poteva che essere tutto».
Si scatena la tempesta esistenziale: la famiglia vede crollare tutte le attese riposte sul figlio e la fidanzata non vuole credere che tutto possa finire così.
«Alle turbolenze della superficie, corrispondeva però una profonda serenità. Sapevo che tutto questo non veniva da me, mi stavo fidando e il Signore accompagnava tutto».
La lotta contro il cancro
A questo punto mancano ancora dieci anni all’ordinazione di sabato. Stefano entra nella congregazione, lo attende un cammino di studio e servizio tra Salamanca, New York, Padova e Roma. La prima grande prova arriva proprio negli Stati Uniti. Sotto la doccia, il seminarista sente un rigonfiamento al collo. Dopo gli esami, la prognosi è devastante: linfoma.
«Mi sono chiesto – racconta commosso – che senso avesse avuto la chiamata del Signore se la mia vita doveva finire così. Il mondo mi è crollato addosso, ma poi ho capito che una vita donata con spirito di sacrificio poteva valere quanto una spesa a servizio degli altri».
La congregazione si prende cura di Stefano che risponde ai trattamenti sanitari. Il cancro sarà sconfitto, ma prima dell’ultima chemio dall’Italia arriva un’altra tremenda notizia: un’emorragia cerebrale colpisce la mamma. La situazione sembra irreversibile, invece dopo due mesi anche questa seconda terribile prova viene superata. «Una croce o ti affonda o diventa la tua forza – commenta il nuovo diacono – Per la mia famiglia è stato così. Questi fatti si sono rivelati occasioni per crescere spiritualmente e per tornare più unita di prima».
La comunità di Busa
«Accompagnare il fratello Stefano per noi è una grande emozione – confida padre Alberto Zanetti, superiore della comunità dei Legionari di Cristo, sei religiosi da tre anni in parrocchia a Busa di Vigonza – Lo abbiamo visto crescere in questi anni di formazione e si è rivelato un uomo dalla grande capacità di ascolto oltre che un ottimo e tenace organizzatore. A Padova sono in molti a volergli bene».
Dopo l’ordinazione, il Cile attende fratello Stefano per un’esperienza di quattro mesi che lo accompagnerà fino all’ordinazione sacerdotale, il 16 dicembre a Roma con altri 32 legionari. Poi sarà a Milano, alla pastorale giovanile e universitaria.
Perché la vita non è tutta qui, c’è sempre qualcosa di più.