La chiesa di Carmignano si racconta
Una storia tutta da sfogliare: è quella della chiesa di Carmignano, che è diventata un libro grazie alle pazienti ricerche d'archivio di un appassionato. Venerdì 24 febbraio la presentazione dell'opera. La speranza dell'autore, Rodolfo Temporin, è che questo sia soltanto il primo di una serie di approfondimenti per riscoprire e apprezzare il territorio
Un libro per rispolverare la storia della chiesa parrocchiale: è questo il prezioso regalo che la comunità di Carmignano riceve in questi giorni. Venerdì 24 febbraio, alle 20.45, l’opera La chiesa parrocchiale di San Giorgio martire di Carmignano di Sant’Urbano viene presentata in centro parrocchiale a Carmignano dall’autore Rodolfo Temporin, un professore di chimica in pensione.
Da sempre appassionato di storia locale, Temporin ha accolto l’invito di un ex parrocchiano desideroso di ricostruire la storia della chiesa e si è messo al lavoro consultando sia l’archivio parrocchiale, sia quello della curia. Un lavoro certosino iniziato nel 2012 che però ha dato i frutti sperati, riportando alla luce importanti tasselli di devozione e tradizioni locali che altrimenti sarebbero rimasti sepolti nell’oblio.
La storia della chiesa affonda le proprie radici nel Duecento, ma secondo alcune fonti il luogo di culto risalirebbe addirittura all’epoca longobarda, un’ipotesi che la titolazione a san Giorgio martire sembrerebbe confermare. Il santo guerriero, infatti, era uno dei protettori di questa popolazione nordica, di cui rispecchiava il coraggio e l’ardore in battaglia, due caratteristiche ben visibili nel bassorilievo collocato sulla facciata dell’edificio. Del nucleo originario oggi non resta quasi nulla, perché le inondazioni di fine Cinquecento danneggiarono l’antica chiesa a tal punto da renderne necessaria la ricostruzione ex novo.
Così a inizio Seicento iniziarono i lavori e nell’arco di circa un secolo e mezzo la comunità ebbe di nuovo la propria chiesa, un piccolo gioiello in cui i canoni neoclassici si intrecciano all’arte tardo-barocca, dando vita alle forme armoniose ed equilibrate che ancora oggi caratterizzano l’edificio, consacrato nel 1799 dal vescovo di Brescia. Da allora sono stati molti i fedeli che hanno varcato la soglia della chiesa e la speranza dell’autore, del parroco e dell’amministrazione comunale è che i fedeli ne apprezzino il valore storico e spirituale.
«Conoscere la storia della propria chiesa – afferma Temporin – è il primo passo per vivere il presente con più consapevolezza. Spero che questa ricerca sia il punto di partenza per ulteriori approfondimenti, attraverso cui valorizzare il territorio in cui viviamo».