Il futuro del patronato? Sant'Angelo di Piove sogna una grande cittadella dello sport
Sant’Angelo di Piove: in un patronato vivo, per il futuro si “sogna” in grande. Dopo aver ristrutturato gli spazi interni e averne affidato la gestione al circolo Noi, in programma per il 2017 c'è la risistemazione degli spazi esterni. Obiettivo, una vera "cittadella dello sport" a servizio della comunità e in particolare dei suoi giovani.
È intitolato a San Michele, l’Angelo per eccellenza, il circolo Noi che ha sede nel patronato di Sant’Angelo di Piove.
Se in alcune parti d’Italia capita che la carenza di volontari o di realtà strutturate inducano le parrocchie a cedere la gestione di bar e patronati ai privati, a Sant’Angelo, una quindicina d’anni fa, è avvenuto il processo inverso.
«Fino all’anno 2000 – racconta il parroco, don Angelo Scarabottolo – il patronato era a tutti gli effetti affidato a delle persone che lo gestivano come un locale pubblico. Così, però, le attività dei gruppi parrocchiali si svolgevano solo al piano superiore, in modo piuttosto contenuto e relegato». Poi, però, la scelta di intervenire con una ristrutturazione integrale degli ambienti: «La comunità, con il parroco precedente, don Girolamo Maino, ha preso la decisione di non prolungare ai privati il contratto di affitto e di far prendere in mano la gestione del centro ad un circolo Noi, proprio negli anni in cui l’associazione stava nascendo a livello nazionale».
Il patronato di Sant’Angelo può contare al piano terra su una sala d’accoglienza, il bar, una sala per gli incontri e uno spazio per giochi come biliardino e ping pong, mentre al piano superiore si trovano le salette per gli incontri dei gruppi e la catechesi.
«Anche all’esterno c’è spazio per il gioco: dovremo partire a breve con lavori di ristrutturazione e adeguamento di questi spazi, con la realizzazione di una piastra polivalente per il basket, la pallavolo e il tennis, un campetto sull’erba per il calcetto, in più un campo per la beachvolley, uno per le bocce e uno da calciotto con tanto di spogliatoi».
Un progetto ambizioso, sì, ma che permetterebbe ancora di più alla parrocchia di diventare punto di riferimento per i giovani del circondario: «Sognamo una “cittadella dello sport” per l’aggregazione giovanile, recuperando anche spazi che ora non sono utilizzati».
Il patronato di Sant’Angelo, che si basa sugli sforzi di oltre 70 volontari, è chiuso solo il martedì, garantendo porte aperte tutti gli altri giorni.
Esiste poi un “Gruppo attività” del patronato, che ha il compito di animare, da ottobre a maggio, le domeniche pomeriggio per i bambini e i ragazzi. C’è poi un gruppo di donne che si trova con la scusa di lavorare a maglia e amici di terza età che invece giocano a carte.
In patronato sono all’ordine del giorno tornei di calcetto, ping pong e videogiochi, in più non mancano cineforum e serate di approfondimento su temi relativi alla genitorialità, alla cittadinanza, all’appartenza alla comunità cristiana e civile. E non si contano poi i gruppi radicati, come la catechesi e l’Azione Cattolica.
I giovani sono un ingrediente importante
«Abbiamo una presenza significativa di ragazzi fino ai 14 anni. Poi continuano ad “essere dei nostri” grazie ai gruppi giovanissimi e giovani. Ci sono poi le giovani coppie e le giovani famiglie, che assieme alle famiglie più “stagionate” continuano a credere nel patronato come punto di ritrovo, anche solo per quattro chiacchiere, anche solo per bere il cappuccino dopo la messa ogni domenica mattina».
In questi giorni sono in corso le riunioni per fissare gli obiettivi del 2017, che però non potranno non partire dal “sogno” della rivoluzione degli ambienti esterni.
«Ogni nostro sforzo – conclude don Angelo – è finalizzato o vorrebbe essere finalizzato a diventare sia promotori che volani della comunità. Il patronato offre a tutti di sentirsi famiglia al di là della professione religiosa».