"Il bene che c'è tra noi": gli orientamenti pastorali del prossimo anno
Quattro incontri, dal 23 al 26 giugno, per presentare gli orientamenti pastorali del prossimo anno. Motivo ispiratore sono le parole di Paolo a Filemone: "Il bene che c'è tra noi"
La prossima settimana la presidenza del consiglio pastorale diocesano incontrerà membri dei consigli pastorali, preti e operatori per presentare gli orientamenti diocesani per l’anno 2014-15. Gli appuntamenti sono tutti serali, a partire dalle 21: per la città di Padova e la zona centro della diocesi sarà lunedì 23 giugno nella palestra del seminario minore a Rubano; per la zona est della diocesi, martedì 24 nel centro parrocchiale di Sant’Anna di Piove di Sacco; per la zona sud della diocesi, mercoledì 25 nel centro parrocchiale del Redentore di Monselice; e per la zona nord della diocesi, giovedì 26, presso il centro parrocchiale di Romano d’Ezzelino.
“Il bene che c’è tra noi” è il motivo ispiratore del nuovo anno pastorale, tratto dal testo biblico della lettera di Paolo a Filemone. «Negli ultimi anni la parola di Dio è il motivo fondamentale che ci muove – spiega mons. Renato Marangoni, vicario episcopale per l’apostolato dei laici – La frase scelta manifesta il volto della nostra chiesa padovana, così come concretamente si rivela nelle comunità parrocchiali e nel loro camminare insieme in unità pastorale e nel contesto del vicariato. Dentro a un tempo e a un territorio precisi, come chiesa diocesana abbiamo fatto delle scelte, in particolare il dare avvio al nuovo cammino di iniziazione cristiana. C’è del bene, quindi, da riconoscere e valorizzare. Non è tanto un dire entusiasta e con enfasi: “Abbiamo fatto bene”, ma è un constatare che quello che è avvenuto è un bene che si sta ancora facendo, e deriva da un dono, per le nostre comunità. La frase stessa di Paolo indica una gradualità, fatta anche di fatiche, e quel “tra noi” sottolinea prepotentemente l’aspetto delle relazioni, e cioè la capacità di camminare insieme secondo uno stile di comunione e di sinodalità».
L’anno pastorale, come da prassi consolidata, si dividerà in due fasi, cui farà da evento spartiacque l’incontro congiunto degli organismi di comunione, il 7 febbraio 2015. La prima fase vedrà le comunità “indugiare” su quanto costruito o iniziato l’anno scorso per leggervi i segni di bene e favorirne una maturazione. «Tra settembre e ottobre saranno 90 le comunità che partiranno con il nuovo cammino di iniziazione cristiana e per le altre sarà un entrare nel secondo tempo, cioè nel “primo discepolato” – sottolinea mons. Marangoni – Le comunità sono chiamate a proseguire con fiducia e riconoscenza a Dio in questo cammino, facendo sì che tutti i suoi soggetti e le dinamiche della vita pastorale, come l’annuncio, la liturgia, la carità, ne siano pienamente coinvolte». Evento diocesano di questa fase sarà l’assemblea diocesana fissata per il 18 ottobre, festa di san Luca, data in cui si farà memoria del bene ricevuto e costruito in questi 25 anni di ministero del vescovo Antonio a Padova.
Dall’incontro congiunto prenderà avvio la seconda fase dell’anno: qui lo sguardo delle comunità si allargherà alle nuove generazioni. «Le voci e la vita di questi ragazzi, per i quali abbiamo pensato il nuovo cammino di iniziazione cristiana, ci provocano ad avere uno sguardo allargato, aperto alla buona notizia nei confronti del bene che portano: i ragazzi, entrando nell’adolescenza e poi nella giovinezza, ci stanno dicendo qualcosa di nuovo che non possiamo non ascoltare! Chiederemo alle comunità, e in particolare al consiglio pastorale, di concretizzare questo sguardo di speranza e fiducia verso le nuove generazioni, con un evento simbolico di ascolto e dialogo». Il prossimo anno pastorale, quindi, le comunità continueranno a fare ed essere chiesa, secondo uno stile sinodale, proseguendo nel nuovo cammino di iniziazione cristiana, mettendosi in ascolto del territorio e allargando lo sguardo alle nuove generazioni. Il sussidio degli orientamenti pastorali offrirà anche una sezione di contributi utili. Tra questi, lo strumento di metodo “La comunità ecclesiale in rapporto al territorio: esercizi di discernimento comunitario”, e “Fuori dal recinto. Giovani, fede e chiesa: uno sguardo diverso”, la relazione, tenuta all’incontro congiunto dell’8 febbraio scorso da Alessandro Castegnaro, presidente dell’Osservatorio socio-religioso triveneto.