Georg Gänswein a Boara Pisani. Una giornata che resterà nella memoria
Il segretario personale di papa Benedetto ospite della comunità per la festa della Madonna della Neve. «La presenza di mons. Gänswein - ricorda il parroco don Roberto Barotti - ha lasciato in tutti noi un segno indelebile. È stato il momento più bello e intenso che la nostra comunità abbia vissuto in questi ultimi quindici anni».
«La presenza di mons. Gänswein ha lasciato in tutti noi un segno indelebile. È stato il momento più bello e intenso che la nostra comunità abbia vissuto in questi ultimi quindici anni. E la Madonna della Neve è stato un punto d’arrivo per la storia di Boara e – spero davvero – un punto di partenza per vivere ancora meglio la nostra esperienza di cristiani, in famiglia e nella “grande famiglia” della comunità parrocchiale».
Don Roberto Barotti sta per lasciare Boara Pisani per assumere la guida della parrocchia di Maserà, e la giornata d’inizio agosto impreziosita dalla presenza del segretario particolare di papa Benedetto appare quasi un suggello all’impegno pastorale profuso in questi anni.
Per la figura del prefetto della Casa Pontificia, per la bellezza del rito ma forse ancor prima per l’umanità e la gentilezza con cui mons. Gänswein si è intrattenuto con tutti prima, durante e dopo una cena comunitaria che «ha trascorso per buona parte in piedi, tra un saluto e una fotografia, mostrandosi tanto formale nel rito quanto umano e affabile nel rapporto umano».
All’ospite la comunità ha chiesto un segno dal forte valore simbolico: la benedizione dell’Adige, che corre proprio di fronte alla chiesa, che nel corso dei secoli ha segnato momenti felici e tragedie, portando benessere ma anche distruzione.
E se Boara alla sua Madonna della Neve è sempre stata profondamente legata, quest’anno proprio l’arrivo dell’arcivescovo che si divide quotidianamente tra papa Benedetto e papa Francesco, ha fatto scattare la “molla” migliore per una collaborazione che non ha lasciato da parte nessuno, mettendo assieme parrocchia, amministrazione comunale, pro loco per la cena, protezione civile.
Tra i saluti iniziali, anche quelli di un detenuto del carcere Due palazzi di Padova, arrivato assieme a don Marco Pozza: «Noi preghiamo sempre per i nostri due papi. Salutali e assicura loro che noi li abbiamo nel cuore. Raccomanda anche che non si dimentichino mai di noi».
Una speranza, senza ombra di dubbio, condivisa da tutti i parrocchiani di don Roberto e suffragata dalle parole con cui mons. Gänswein ha introdotto l’eucaristia: «Vi porto i saluti di entrambi, di Benedetto e di Francesco, che oggi sanno che sono tra voi». E sapersi nel pensiero di due papi, non capita tutti i giorni.