Corte. Stefano Panizzolo ora è padre
Stefano Panizzolo è stato ordinato sabato scorso nella chiesa si San Paolo fuori le mura, a Roma. La sua comunità parrocchiale di origine, quella di Corte di Piove di Sacco, ha voluto essergli accanto.
Il traguardo di un lungo cammino di crescita e il punto di partenza di una nuova vita.
Per padre Stefano Panizzolo, essere ordinato sacerdote nella congregazione dei Legionari di Cristo è stato questo: una gioia immensa.
La cerimonia di ordinazione di 33 sacerdoti è stata celebrata sabato scorso nella basilica di San Paolo fuori le mura, a Roma, dal card. Giuseppe Bertello, governatore dello Stato della Città del Vaticano e presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano.
«Da quando sono entrato in chiesa – racconta padre Stefano – sono entrato in un’altra dimensione. Non quella di chi sa tutto, ma quella di chi si fida di Gesù e sa che Lui ti ha portato lì, fino a quella soglia, che conosce le tue debolezze e ti ha accompagnato, dandoti la serenità di dire: è giunta l’ora».
La messa di ordinazione è stata concelebrata da 150 sacerdoti, alla presenza di oltre 3 mila persone tra familiari amici e confratelli.
«La nostra gioia – ha detto il card. Bertello durante l’omelia – si trasforma in gratitudine al Signore perché è lui il vero protagonista di ogni bene. Da lui vengono la vocazione e la grazia della perseveranza. Il nostro pensiero va pure a quanti hanno visto nascere, hanno sostenuto e accompagnato la risposta di questi ordinandi alla chiamata del Signore: le loro famiglie; i loro superiori, i loro formatori».
Sono molti quelli che hanno voluto condividere con Stefano questo momento. Gli studenti della pastorale universitaria di Roma, gli amici della comunità dei Legionari di Cristo e del movimento Regnum Christi di Padova e tutta la comunità della sua parrocchia di origine, Corte di Piove di Sacco, presente con una settantina di persone.
«La mia emozione è andata via via crescendo – racconta il parroco don Antonio Brugnolo – Mano a mano che mi ritornavano i ricordi di quando anch’io sono stato consacrato prete. Nello stesso orario, nello stesso giorno: il 16 dicembre 1972, nella modesta e dignitosa chiesa della parrocchia da dove provengo, Fossona. Era come se io fossi il trentaquattresimo di quei giovani che attendevano la discesa dello Spirito. Mi sono penetrate nel cuore le immagini dei volti radiosi di questi preti novelli dopo la consacrazione: erano pienamente consapevoli del dono immeritato che il Signore aveva fatto loro».
I parrocchiani hanno accompagnato padre Stefano anche il giorno successivo, durante la sua prima messa, celebrata nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, al termine della quale ha offerto il suo sacerdozio e il suo ministero alla Madonna della misericordia.
«È stato bello – dice – avere accanto familiari e amici non soltanto alla messa di ordinazione, ma anche durante la mia prima messa, perché tutto questo nasce dalla chiamata di Gesù, che ti accompagna, ma con il supporto di chi negli anni ti è stato vicino. E sai che gli applausi non sono per te, ma per chi rappresenti».
Ritornando a Corte, in pullman, don Antonio ha ascoltato le impressioni dei parrocchiani. «Molti hanno messo l’accento sulle prove che Dio ha permesso accadessero nella famiglia di Stefano. Prove dolorosissime per la mamma, per la sorella, per lo stesso padre Stefano, che hanno lasciato un segno anche nei loro corpi. Ma in tutte queste sofferenze è emersa la figura del papà di Stefano: Pietro. Coerente, fedele, spirito di vero cristiano, instancabile, mai domo». La persona che ha condiviso più profondamente la gioia del figlio per l’ordinazione. «È stata il culmine di tutta la mia vita – dice Pietro Panizzolo – la grazia più grande. Il Signore ha ricolmato di grazia tutta la nostra famiglia e noi dobbiamo solo ringraziare. C’è un disegno. Noi non riusciamo a vederlo, ma lo sentiamo. E la regia più grande è sempre quella di Maria».
Ora padre Stefano è stato destinato al lavoro pastorale coi giovani e svolgerà il suo primo ministero nel centro di Milano. Ma la quarta domenica di gennaio sarà di nuovo a Corte per celebrare la messa ed essere di nuovo festeggiato da tutta la sua comunità.