Campodarsego, il nuovo centro parrocchiale è un ponte tra la chiesa e la strada
Campodarsego ha finalmente il suo centro parrocchiale. Domenica 3 aprile è stata inaugurata la struttura che ha dato rinnovata vita a un piccolo stabile adiacente la chiesa, la scuola dell’infanzia e il cinema parrocchiale. Il centro parrocchiale si chiama Chiara: a ricordo della giovanissima Chiara Bano, scout scomparsa tragicamente tre anni fa, e vuol essere un ponte tra comunità ecclesiale e comunità civile.
«Ci siamo ritrovati in tantissimi per festeggiare un evento atteso da sempre – sottolinea Cristina Rettore, vicepresidente del consiglio pastorale parrocchiale – Il nuovo centro, per come è stato pensato dal consiglio pastorale e dal consiglio parrocchiale per la gestione economica, è una casa che fa da ponte tra la chiesa e la strada. Avvicinabile da tutti, da chi è della comunità e da chi è meno inserito, fa da riferimento ai nostri bambini e ragazzi allargandosi anche ad adulti e famiglie. È un luogo informale in cui si incontrano formazione cristiana e altre dimensioni importanti come la relazione, il gioco, la festa».
La stessa collocazione fisica dice il collegamento tra le diverse realtà.
«Una parte della recinzione non esiste: un lungo marciapiede collega la piazza del paese direttamente al centro a simboleggiare l’apertura a tutti».
Il centro parrocchiale si chiama Chiara: a ricordo della giovanissima Chiara Bano, scout scomparsa tragicamente tre anni fa.
«È stata fatta una consultazione popolare, che ha individuato, con larghissimo consenso, Chiara. Il ricordo si unisce al desiderio che la vita dei nostri ragazzi sia luminosa come la sua».
Prende vita, quindi, in questo mese il nuovo punto di incontro, desiderato da anni e ora diventato realtà.
«Il progetto ha visto varie tappe e rallentamenti logistici – spiega Massimo Carraro, referente del consiglio parrocchiale per la gestione economica – legati al fatto che si è trattato di un intervento di restauro su un immobile legato a vincolo monumentale. Conclusi cinque anni fa i lavori di sistemazione della canonica, la comunità ha chiesto di provare a dare realtà al sogno di un patronato. Il consiglio pastorale per primo ha affrontato la questione dal punto di vista progettuale, in termini pastorali ed educativi, quindi c’è stato il coinvolgimento del consiglio per la gestione economica».
E, a cascata, del territorio. «Abbiamo scelto di presentare il progetto, incontrando le persone là dove vivono, individuando luoghi, famiglie e punti di aggregazione particolarmente sensibili. Ogni incontro è sempre iniziato con la messa. In comunità abbiamo anche lanciato il progetto “La decima”, con un richiamo evangelico e biblico alle prime comunità e allo stile con cui con cui si metteva a disposizione parte del proprio, per sostenere gli altri. Il desiderio è sempre stato coinvolgere tutti: non abbiamo chiesto soldi per costruire quattro mura, ma per sostenere quanto viene fatto, ed è tanto, dentro queste quattro mura. Ha così preso corpo anche un libro di una sessantina di pagine con illustrate e presentate tutte le attività della parrocchia che coinvolgono più di mille persone».
La ristrutturazione è costata poco più di 550 mila euro, di cui più della metà verrà coperto da un finanziamento europeo, ottenuto grazie al rispetto attuato in termini monumentali e ambientali del restauro. La gestione del nuovo centro parrocchiale è affidata a una neonata associazione, subito affiliata a Noi.
«I membri sono sette: presidente il parroco; un vicepresidente; due membri che si occupano del rapporto con i fornitori e la gestione degli acquisti; tre che si curano dei volontari. Per statuto due membri sono rispettivamente del consiglio pastorale e del consiglio per la gestione economica».
La quotidianità del centro è a cura di un centinaio di volontari che si turneranno.
«Tutte persone che si sono formate in questi ultimi anni, con uno stile di accoglienza e relazione, al chiosco estivo: una casetta di legno aperta da aprile a settembre il fine settimana e durante le attività estive, negli spazi esterni alla chiesa».