Viktor Staudt. «Volevo morire, ho riscoperto la vita»
Viktor Staudt. 18 anni fa si è buttato sotto un treno. Salvo per miracolo, ma con le gambe amputate, ha iniziato la sua seconda vita: guardando in faccia la depressione e viaggiando per raccontare il suo difficile percorso, diventato anche un libro di successo.
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«Avevo una vita normale, un bel lavoro e abitavo ad Amsterdam, città bellissima e piena di vita; avevo amici. Ma stavo male». Viktor Staudt ha una voce allegra e una chiacchiera instancabile, un bell’italiano fluente colorito dall’accento olandese. Le spalle sono possenti, frutto di anni di sport: «In qualunque posto vada come prima cosa cerco una piscina. Nell’acqua mi sento libero, e poi mi aiuta sempre a fare nuove amicizie». Difficile pensare nella sua vita Viktor abbia dovuto fare i conti con la depressione più...