Vigontina San Paolo. La scuola calcio che punta alle emozioni e all’amicizia

La Vigontina San Paolo, società calcistica di Vigonza, ha vinto il titolo nazionale con la squadra dei DiversAbili: sette atleti con sindrome di Down, dai 12 ai 40 anni. «Il bello della squadra è l’unione e l’amicizia che ci lega», dicono

Vigontina San Paolo. La scuola calcio che punta alle emozioni e all’amicizia

Hanno vinto da poco il titolo nazionale a Viterbo nella categoria C21 in un torneo nazionale a sei squadre organizzato nella città laziale, fanno parte della società calcistica Vigontina San Paolo di Vigonza e sono sette atleti speciali, più uno, di 12 anni, il più piccolo, che si è aggiunto da poco al gruppo. 40 il più grande, in mezzo c’è chi ha 14, 15, 18 e 27 anni, chi abita a Vigonza, dove si allena la squadra, chi a Noventa Padovana o Cavarzere. A guidare questa squadra di calciatori con sindrome di Down è Tommaso La Paglia, 22 anni, studente di statistica, calciatore, mister, allenatore e anche un po’ amico. Insieme a lui Maurizio Baruzzo, un pensionato volontario. Loro sono la Vigontina DiversAbili. «Questo è un progetto – spiega Tommaso La Paglia – nato perché la società è una scuola calcio di terzo livello, quindi il massimo livello per le scuole calcio, e di conseguenza, fra i requisiti per essere riconosciute ufficialmente, c’è anche la realizzazione di un progetto di integrazione. La Vigontina ha scelto l’integrazione con giovani con disabilità. Il tutto è partito come esperienza nuova tre anni fa, subito dopo il Covid, anche se come società abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo per l’inclusione». Partito come mister della squadra dei bambini piccoli, poi a Tommaso è stato proposto di lanciarsi in questo progetto e ha accettato con curiosità e la voglia di fare un’esperienza nuova. «E da lì non ho più voluto mollare questo gruppo – racconta – Ormai sono dentro, è bellissimo! Devo dire che mi sono aperto anch’io moltissimo. Era un ambito che non avevo mai toccato, ma ho avuto l’opportunità di conoscere persone fantastiche. Non ho avuto timore di mettermi alla prova. L’unico pensiero che avevo all’inizio era come confrontarmi con i ragazzi, come affrontarli». Sulle spalle un po’ di esperienza nell’allenare i bambini, ma anche come animatore in parrocchia e, come dice lui stesso, una mente un po’ aperta. Gli allenamenti sono il giovedì, dalle 17 alle 18.30, integrati con quelli dei ragazzini nati nel 2016 e poi una volta al mese la partita che si disputa in giro per il Triveneto «perché purtroppo le squadre di ragazzi con disabilità sono pochissime, quattro sole a Padova e quindi ci troviamo a fare i tornei a Rovigo, Trieste, anche Mantova. Siamo stati a Viterbo per il titolo nazionale. Tutto a spese della società, le famiglie non contribuiscono in nulla». Ma al di là dell’aver vinto un titolo nazionale, cos’ha di speciale questa squadra? «La cosa bella della squadra – dice Filippo Pavanato, uno dei giocatori che si definisce “goleador” – è l’unione, l’amicizia che ci lega tutti. Prima delle partite ci sentiamo sempre molto emozionati e soprattutto ci viene anche da piangere pensando che siamo una squadra, che siamo forti e che non abbiamo nulla da invidiare a nessuno». Filippo si è anche autoproclamato mister e dice che «fare il mister è sempre difficile, ma quando sai che hai tutto il gruppo con te è tutto più semplice». «Fanno gruppo, sono davvero molto uniti – aggiunge La Paglia – Fanno fatica a vedersi al di fuori dell’allenamento perché abitano distanti, ma si scrivono molto su WhatsApp, si chiamano. Sicuramente creano dei legami bellissimi, sinceri, non si fanno mai dei torti. Poi ascoltano molto, cercano di apprendere il più possibile e mettono subito in pratica i consigli che do loro, si impegnano molto. Ci tengono tantissimo alla squadra, al calcio, alle partite». Lo ribadisce anche Davide Vignando, il capitano: «Ci tengo molto alla squadra e mi piace stare con i miei compagni. Siamo uniti perché siamo una squadra forte e vinceremo tutte le partite. Prima di ogni torneo mi concentro bene, la testa ce l’ho e la devo mettere in gioco». Gabriele Paccagnella, il portiere, conferma le parole dei compagni: «questa squadra ci fa crescere – dice – cerchiamo di giocare sempre meglio per vincere le partire. Io cerco di concentrarmi bene prima delle partite, penso a come giocare e faccio del mio meglio». «Mi fanno scoprire piccoli aspetti della vita che davo per scontati – conclude l’allenatore – Un gesto che alle volte trascuriamo, anche un semplice saluto, per loro è fondamentale».

Una grande commozione
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Il 18 novembre alle 19.30 nella Sala del consiglio comunale il sindaco di Vigonza, Gianmaria Boscaro, consegnerà alla squadra un attestato come riconoscimento per il titolo nazionale vinto alla fine del torneo di Viterbo: «Quando abbiamo capito che avevamo vinto – ricorda La Paglia – i ragazzi sono subito venuti ad abbracciarmi. Erano tutti commossi, e pure io! Ci sono stati tanti pianti di felicità! Emotivamente parlando questi ragazzi non hanno paragoni. Abbiamo solo da imparare. La cosa che mi piace dire è che sono loro che mi stanno migliorando. Io alla fine non sto facendo niente, cioè spiego loro come si gioca a calcio. Loro invece mi fanno sorridere, se mi vedono giù di morale mi chiedono come sto, cosa è successo e la stessa attenzione ce l’hanno con i compagni».

La squadra della Vigontina DiversAbili

La rosa dei DiversAbili della Vigontina San Paolo è formata da: Francesco Alfarini, Matteo Converso, Federico Marson, Gianfilippo Grifalconi, Gabriele Paccagnella, Filippo Pavanato, Marco Trivigno, Nicolò Vanin, Davide Vignando.

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