La Fondazione Focherini di Legnaro si racconta. La carità come medicina

La Fondazione Focherini di Legnaro si è fatta “a pezzi”. Detta così non sembra una cosa positiva. Eppure, questo “farsi a pezzi” non significa distruggersi o consumarsi, ma è un esercizio di osservazione.

La Fondazione Focherini di Legnaro si racconta. La carità come medicina

Una qualunque immagine può essere infatti divisa nei tanti pezzi di un puzzle: ogni pezzo esalta un particolare dettaglio che nell’insieme si può perdere. Prima ancora di mettere insieme il puzzle, dunque, è bello scomporre i vari pezzi, ringraziare per quelli che già ci sono e restare in feconda e laboriosa attesa per quelli che verranno. “Ci siamo fatti... a pezzi! La Fondazione Focherini si racconta” è il titolo dell’incontro pubblico che si tiene venerdì 25 ottobre, alle 20.45, nella sala cinema della parrocchia di Legnaro. Una serata – alla quale prenderà parte anche il vescovo di Padova Claudio Cipolla – per raccontare i pezzi del puzzle che già ci sono (i progetti che già avviati) e anticipare quelli che verranno a breve.

Franco Focherini: un lascito messo a frutto per i poveri
Franco Focherini, nato il 20 luglio 1931 a Quistello, in provincia di Mantova, e farmacista di Legnaro in pensione, si spegneva dieci anni fa, il 9 dicembre 2014. Nel suo testamento affidava alla parrocchia di Legnaro lo stabile dell’ex farmacia e un fondo di circa 13 milioni di euro con una precisa istruzione: gli interessi maturati dal fondo si sarebbero dovuti destinare alla carità, mentre l’ex farmacia – dove era presente l’abitazione di Focherini – sarebbe dovuta diventare “casa della carità”. Dopo gli «spiacevoli e noti episodi legati alla gestione del fondo» (così li definisce il report delle attività della Fondazione del 2020, disponibile sul sito), nel giugno del 2016, con l’arrivo a Legnaro del nuovo parroco don Daniele Prosdocimo, prende via il progetto che poi, nell’agosto 2020, dopo il decreto del vescovo Claudio Cipolla, lascia spazio a una Fondazione di religione e culto. «Il cuore pulsante – racconta il direttore generale Fabio Bianchini – è composto dai progetti che stiamo portando avanti. Hanno obiettivi molteplici, ma sono tutti legati dagli scopi statutari della Fondazione, cioè lavorare nella carità venendo incontro ai bisogni dei poveri specialmente nel territorio di Legnaro».

I quattro progetti in corso
La Fondazione, ente ecclesiastico riconosciuto anche civilmente, ha libertà di azione e di pensiero per venire incontro a povertà sempre nuove. Quattro sono i progetti già attivi a Legnaro: il doposcuola parrocchiale, il progetto “Ne vale la pena”, il Sostegno sociale parrocchiale e la Casa del buon samaritano. Progetti che si avvalgono sia della collaborazione di professionisti, come educatori, sia del serbatoio inesauribile del volontariato della comunità di Legnaro. Il doposcuola in centro parrocchiale conta 88 iscritti tra bambini e ragazzi dalla prima elementare alla terza media: «Fanno riferimento – spiega Bianchini – a famiglie che noi definiamo “dai mille colori”, e non tanto per il colore della pelle, quanto piuttosto per l’estrema varietà di condizioni familiari a cui veniamo incontro». Tra questi ragazzi c’è chi proviene da famiglie senza particolari criticità e chi, invece, da situazioni complesse. Tra gli stranieri, poi, c’è chi affronta la barriera linguistica. «La povertà educativa è un fronte su cui ci stiamo muovendo molto come Fondazione: rispondere alle povertà educative, che poi si rifanno a tutte le altre povertà, economiche, culturali e relazionali, è un bisogno urgente». «Pensare al bambino in crescita nelle sue dimensioni cognitive, emotive, affettive e spirituali – precisa il sito della Fondazione – significa pensare a un contesto relazionale che crea un clima favorevole allo sviluppo e alla maturazione di competenze, potenzialità e atteggiamenti». Il progetto “Ne vale la pena” nasce da una convenzione della Fondazione Focherini con il tribunale di Padova e un protocollo con l’Ufficio locale di esecuzione penale esterna di Padova e Rovigo. «Lo scopo – spiega Bianchini – è dare la possibilità alle persone che hanno commesso reati minori di sopperire alla pena attraverso lavori di pubblica utilità o di messa in prova». È un percorso di riparazione simbolica del danno e di volontariato, che offre un accompagnamento socio-educativo. «Chi sono gli ultimi? – si domanda il direttore generale della Fondazione – Tra di loro anche coloro che hanno sbagliato ma che con questa esperienza possono recuperare». La Fondazione Focherini prosegue poi quel “Sostegno sociale parrocchiale” che la Diocesi di Padova aveva proposto in occasione della pandemia, per sostenere le famiglie e le persone in momentanea difficoltà economica, con aiuti piccoli ma sostanziali come il pagamento di una bolletta o di un affitto. «Cose molto piccole ma che si rivelano grandi nel momento in cui riusciamo ad entrare in relazione con le persone». Infine, la Casa del buon samaritano è la struttura che ospitava il vecchio asilo, prima di proprietà della parrocchia e poi donata alla Fondazione, nella quale la cooperativa sociale Germoglio di Arzergrande ospita sia una comunità diurna per minori, “La casa di Giò”, luogo protetto per bambini e ragazzi in condizione di fragilità, e un appartamento in cui vivono in autonomia persone disabili adulte, anche grazie al sostegno di fondi Pnrr.

Uno sguardo al futuro
C’è anche tanto lavoro di rete nell’azione e nei progetti in costruzione a cui partecipa la Fondazione Focherini: in primis, il Tavolo interistituzionale della comunità educante, che mette insieme un gran numero di enti, associazioni e istituzioni per i territori di Legnaro, Polverara e Casalserugo. Cruciale la collaborazione con Mind4Children, progetto dell’Università di Padova guidato da Daniela Lucangeli: il 2 dicembre prenderanno il via, proprio con la docente dell’ateneo patavino, gli itinerari formativi per genitori, educatori e insegnanti. Nell’immediato futuro la Fondazione Focherini realizzerà uno dei desideri esplicitati nel testamento del farmacista benefattore: la trasformazione della sua casa e farmacia in una “casa della carità”. «All’interno – annuncia Bianchini – sorgerà un emporio solidale aperto al territorio. Vi collocheremo la sede della Fondazione, il centro di ascolto vicariale della Caritas e una sala polifunzionale al terzo piano». Lo stabile sarà una struttura in legno all’avanguardia della sostenibilità ecologica ed energetica: «All’appuntamento del 25 ottobre chiediamo ai parrocchiani di Legnaro di compartecipare alla costruzione con le loro idee nuove, anche diverse, intrecciando i bisogni del territorio».

Trasparenza

Trasparenza fino all’ultimo centesimo. All’incontro di venerdì 25 ottobre alle 20.45 a Legnaro – “Ci siamo fatti... a pezzi! La Fondazione Focherini si racconta” – viene presentanto anche il bilancio della Fondazione. «Il nostro ente – spiega il direttore generale Fabio Bianchini – vuole essere prima di tutto trasparente. Lo facciamo anche comunicando attraverso il sito e i profili social: tutte le attività che svolgiamo, anche gli aspetti più tecnici e amministrativi, fanno parte della vita della comunità di Legnaro. Chiunque, dunque, può sapere ciò che stiamo facendo e come lo stiamo facendo». Per saperne di più: fondazionefocherini.it

Strumento di bene per la comunità

Dopo il saluto del vescovo Claudio, questo venerdì a Legnaro, sono previsti interventi su Franco Focherini, “non solo un farmacista”; sulla Fondazione, “strumento di bene”; sui progetti per la comunità. Uno sguardo al futuro dell’ex farmacia e all’importanza della rete.

Andrea Canton

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