Coronavirus. Alimentazione e virus: la parola al dott. Francesco Francini dell'Azienda ospedaliera di Padova

L’alimentazione incide sulle nostre difese immunitaria? E la Vitamina C? Lo abbiamo chiesto a Francesco Francini, medico nutrizionista dell'Azienda ospedaliera di Padova, docente presso la facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università di Padova e la risposta sulla Vitamina C vi stupità.

Coronavirus. Alimentazione e virus: la parola al dott. Francesco Francini dell'Azienda ospedaliera di Padova

«Non c’è un’alimentazione specifica in grado di stimolare difese immunitarie – spiega Francesco Francini,medico nutrizionista dell'Azienda ospedaliera di Padova – c’è stato piuttosto un tentativo a fini commerciali di far passare questa idea per vendere integratori alimentari. La conseguenza è che oggi si pensa che ci possano essere alimenti nutrienti che potenziano l’immunità. Invece in realtà se si mangia in maniera scorretta si possono deprimere le difese immunitarie ma se si mangia correttamente manteniamo un livello adeguato di difese immunitarie ma non le potenziamo».

La Vitamina C cura di tutti i mali?

La grave carenza di questa vitamina crea molti problemi all’organismo tra i quali, anche, il calo delle difese immunitarie ma quando assumiamo adeguati livelli di vitamina C quantità ulteriori non potenziamo la nostra immunità.

«Gli studi fatti fin ora – spiega Francini – su interazione tra acido ascorbico e malattie immunitarie o infettive di tipo virale hanno, però, dimostrato che non c’è alcun beneficio. La Vitamina C è importante per il nostro organismo ma ai dosaggi fisiologici. Prenderne di più può essere addirittura dannoso».

Infatti ci sono alcune vitamine, fra cui la C, per cui si è visto che se si esagera nell'assunzione aumentano i rischi per la salute.

«La vitamina C – precisa il professore – soprattutto per le infusioni in vena, che non permettono un passaggio nell’intestino e quindi non consentono di eliminare la vitamina assunta con le feci, crea interazioni con il ferro. Per cui se il soggetto ha già nel suo organismo livelli alti di ferro, come per esempio nei casi di emocromatorsi, la conseguenza della reazione tra Vitamina C e ferro è la produzione di molti radicali liberi che danneggiano le strutture cellulari».

Quindi occorre assumere la Vitamina C di cui l’organismo ha realmente bisogno (circa 50-100 milligrammi , che corrisponde alla quantità mediamente contenuta in un’arancia). E un’alimentazione corretta soddisfa questo bisogno

Consigli

«Il consiglio – prosegue – è quindi molto semplice: seguire un’alimentazione equilibrata senza eccedere, mangiando un po’ di tutto e soprattutto frutta e verdura trovando strategie per farne assumere anche ai bambini».

Una spremuta di arancia al giorno è sufficiente per il fabbisogno di vitamina C di un bambino.

«Bisogna stare attenti – precisa Francini – ad abitudini alimentari ricche solo di calorie o di carboidrati. Nel pasto è importante inserire anche i secondi piatti che hanno non solo le proteine, necessarie per formare i nostri anticorpi, ma anche le vitamine che regolano la sintesi delle proteine e degli anticorpi».

Quindi sì alla carne, al pesce, alle uova e al formaggio soprattutto nell’alimentazione dei bambini.

«Se demonizziamo – spiega – alcune componenti dell’alimentazione come le uova o i formaggi rischiamo di escludere fonti utilissime di nutrienti».

Da alcuni studi storici fatti sulle relazioni tra malnutrizione e malattie è emerso che più le popolazioni dei secoli scorsi erano malnutrite più aumentavano le malattie infettive di origine batterica, come la Tubercolosi, mentre si riducevano le malattie virali.

«Bisogna precisare però – conclude Francini – che sono studi su dati non sempre completi. Ma certo possiamo dire che evitare cibi molto processati dall’industria privilegiando preparazioni più semplici e casalinghe consente di assumere più vitamine».

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