Torna The Voice of Italy, il reality musicale che lanciò suor Cristina
Una rediviva Simona Ventura presenta la nuova edizione con una giura alquanto varia…
La caratteristica più interessante di “The Voice of Italy” (Rai2, martedì ore 21.20) – versione italiana del format olandese “The Voice” – è la selezione degli aspiranti cantanti attraverso il metodo della “blind audition”, l’audizione alla cieca in cui la giuria dà le spalle a chi canta ed è chiamata a scegliere soltanto in virtù della voce che sente. Così, in effetti, dovrebbe essere per ogni talent show musicale, ma sempre più spesso la nutrita offerta del genere porta a premiare non chi canta meglio ma chi meglio si muove sul palco e gestisce la scena in termini spettacolari.
Giunto alla sua sesta edizione, il programma presenta alcune novità rispetto alle stagioni passate, a partire dal richiamo in conduzione di Simona Ventura, per iniziativa del direttore di rete Carlo Freccero che ne ha favorito il grande ritorno dopo anni di lontananza dagli schermi Rai. Nella puntata d’esordio lei ci ha messo del suo, mostrando empatia verso i concorrenti e i loro famigliari, intervenendo a scandire le varie fasi del programma, gestendo professionalmente anche i momenti dedicati agli sponsor secondo contratto e interagendo vivacemente con i quattro giudici che sono anche i quattro coach delle squadre.
Proprio i giudici sono per molti aspetti il punto debole della trasmissione, almeno dal punto di vista musicale. Solo due di loro – Marco Castoldi in arte Morgan e Gigi D’Alessio – sono pienamente riconoscibili come cantanti. Il terzo, Gué Pequeno (pseudonimo di Cosimo Fini), è un rapper già membro dei Club Dogo e oggi soprattutto produttore. La quarta, Elettra Lamborghini, nel panorama musicale è una meteorina di passaggio, ma pare che piaccia ai più giovani per un paio di canzoni di basso contenuto ma di alto impatto visivo tra i fan.
Il più competente dal punto di vista musicale è Morgan, che insieme a D’Alessio rappresenta la parte più tradizionalista della giuria. Pequeno e Lamborghini sono i più eccentrici, l’uno nel modo di porsi e interagire, l’altra nei continui eccessi verbali e gestuali, probabilmente costruiti ad arte, che sembrano piacere soprattutto al pubblico social e ai più giovani.
Il resto lo fanno le esibizioni dei concorrenti, i quali cantano dal vivo sperando che durante la loro esecuzione almeno un giudice prema il pulsante che fa girare la sua poltrona decretando così la preferenza per chi è in scena e la disponibilità ad accoglierlo nel suo team. Dietro le quinte, accompagnatori e famigliari trepidano e tifano affinché ciò avvenga e se a girarsi sono due, tre o tutti e quattro i giudici-coach, spetta poi a ciascun concorrente scegliere a chi affidarsi per le fasi successive.
La puntata d’esordio ha già riservato qualche scoperta promettente. Nelle intenzioni della Ventura il vincitore dell’edizione 2019 sarà “un artista che abbia un futuro anche dopo la fine delle 8 puntate”. Staremo a vedere. Anzi, a sentire.
Marco Deriu