La “squadra” dei Lis performer alla conquista di Sanremo. Ecco chi sono
Cantanti, attori, musicisti: sono tutto questo insieme i “Lis performer”. Non “traducono” le canzoni per chi non sente, ma le rendono un'esperienza artistica multisensoriale, capace di catturare anche chi non è sordo. Dopo tante prove, sono pronti per il debutto
05/02/2020
ROMA – Siamo abituati a vederli in un riquadro del televisore, mentre muovono agilmente le mani per tradurre il telegiornale in lingua dei segni. Sono gli interpreti Lis, veri e propri traduttori, fondamentali per trasmettere messaggi e informazioni ai cosiddetti sordi segnanti. Da stasera, impareremo a conoscere anche i meno noti “lis performer”: non solo traduttori, ma veri e propri artisti, che trasformano la lingua dei segni in un'esibizione dal forte impatto estetico, oltre che dal fondamentale valore comunicativo.
Sono 15 e due di loro sono sordi, i Lis performer selezionati da Rai Casting tra il 18 novembre il 1 dicembre scorso , che da stasera saranno tra i protagonisti di “Sanremo Live Lis”, fiore all'occhiello di questa 70a edizione di Sanremo: la prima completamente accessibile anche a chi non sente. A dirigere l'impresa, Laura Santarelli, direttrice dei corsi dell'Accademia europea Scuola interpreti Lis e Lis performer. Guidati dalle coreografe Giovanna Rinaldi e Moira Sbriccioli, i 15 giovani Lis performer “canteranno” con il corpo tutte le canzoni del festival.
Ecco i loro nomi che, dove possibile, rimandano ai video con alcune loro interpretazioni: Martina Rebecca Romano ,
" target="_blank">Daniele Pino , Valentina Di Lava, Francesca Fantauzzi, Dominique Fidanza (in arte,
" target="_blank">Sighanda ), Gloria Antognozzi,
" target="_blank">Sabrina Gabrieli , Anastasia Cipollone, i,
Tempo fa Mauro Iandolo ci ha raccontato la sua storia e la sua arte. Oggi abbiamo raggiunto Nicola Noro, mentre si prepara per la diretta. 23 anni, vive in provincia di Vicenza, è laureato in Inglese e Lingua dei Segni Italiana presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e lavora come insegnante di Lis e assistente alla comunicazione per bambini e ragazzi sordi segnanti e non. Proprio un anno fa aveva commosso la giuria di Italia's Got Talent, con la sua interpretazione, insieme all'amica e collega Alessandra Giacuz, di "Nessun grado di separazione" di Francesca Michielin. Oggi si prepara per “cantare con le mani” le canzoni di Sanremo. Ma tutto è iniziato grazie a suo fratello maggiore...
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Come e perché sei diventato Lis performer? È stato un progetto cominciato per gioco assieme ad una mia amica e collega, Alessandra Giacuz. Abbiamo deciso, tra i banchi dell'università di provare a rendere le canzoni in lingua dei segni italiana attraverso i nostri corpi e le nostre mani. Personalmente ci pensavo da tempo. Mi ricordo un giorno in cui stavo ascoltando la musica in salotto, con le cuffiette: mio fratello, che è sordo, mi ha chiesto di farla sentire anche a lui. Così gli ho passato le cuffiette, vedevo che qualcosa gli arrivava: i bassi, le vibrazioni, si muoveva a ritmo. Ma il testo e la melodia non sarebbero mai potute arrivare a lui, come alle altre persone sorde. Così ho pensato: forse potrei essere io il tramite tra la musica e mio fratello: io e la Lis. E così è nata la voglia di diventare un Lis performer.
Qual è il percorso da seguire per fare questo “lavoro”? Io ho studiato all'università Ca' Foscari di Venezia: Lingue, civiltà e scienze del linguaggio in triennale e poi scienze del linguaggio in magistrale. Attualmente però l'unica formazione possibile per diventare Lis performer è l'accademia AES di Roma. Io personalmente come performer sono autodidatta: mi sono formato soprattutto attraverso l'esperienza, gli errori e l'autocritica!
Cosa è cambiato, dopo il successo a “Italia's got talent”? L'esperienza è stata magnifica, ma è stato ancora più bello quello che ha portato dopo. Ci hanno chiamato in molte scuole in tutta Italia per parlare ai ragazzi di sordità, lingue dei segni e musica visiva. Abbiamo partecipato a diverse manifestazioni ed eventi portando la nostra arte e abbiamo potuto conoscere persone e realtà che ci hanno arricchito, personalmente e professionalmente.
Cosa rappresenta quest'attività nella tua vita? Un lavoro? Un hobby? Una passione? È sicuramente una passione prima di tutto, una cosa che amo fare e che sempre amerò. È anche un lavoro, chiaramente. Purtroppo, visto che l'Italia ancora non riconosce la Lis come lingua ufficiale, è un lavoro al quale non è riconosciuta la giusta dignità, ma diciamo che è quello che “voglio fare da grande”.
Ci racconti qualcosa della “squadra” dei Lis performer a Sanremo: da quanto tempo vi preparate? Come state vivendo quest'attesa? E tu cosa ti aspetti? Abbiamo cominciato a lavorare sulle canzoni circa una settimana fa, con passione e dedizione dalla mattina fino alle 2 di notte, stanchi ma con tanta forza di volontà. Attendiamo con ansia la diretta, ma siamo anche molto emozionati! Sappiamo che stiamo per fare qualcosa di veramente grande. La cosa bella è che si è creata una piccola famiglia: assieme viviamo le paure e le gioie, ci supportiamo l'un l'altro e ci diamo la carica a vicenda! (cl)
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